Tragedia sfiorata a Lampedusa: affonda la barca, salvi dieci tunisini – FOTO

Ore di ricerche per un barchino che aveva raggiunto le acque territoriali italiane di Lampedusa ma non aveva toccato terra scomparendo agli occhi dei guardacoste usciti per intercettarlo sotto costa. La barca affonda a pochi metri da Lampedusa e dieci migranti tunisini finiscono in mare

La motovedetta della Guardia Costiera trova i naufraghi sulla scogliera di Lampedusa intorno alle 03:00 del 13 settembre 2020

di Mauro Seminara

Gli sbarchi di migranti non si erano fermati nel corso della giornata di ieri a Lampedusa. Dopo i due eventi del pomeriggio un altro barchino è arrivato intorno alle 19 e poi ancora uno prima di mezzanotte. Se ne attendeva ancora uno che però tardava a raggiungere l’isola. Quando la barca si è approssimata sotto costa, la motovedetta della Guardia Costiera è uscita dal porto per cercare i migranti nella direzione indicata, ma la ricerca non ha dato frutti. All’una di notte ormai passata, l’operazione ha cambiato natura e da ricerca di un barchino con una decina di persone a bordo è passata a ricerca di persone in mare. Si temeva un naufragio. Una dopo l’altra, dal porto di Lampedusa sono uscite tutte le motovedette, ed in qualche modo ha partecipato alle ricerche perfino la nave quarantena GNV Azzurra che sostava davanti il porto con i 206 migranti a bordo.

Le luci della nave schiarivano l’area circostante ed i potenti fari delle unità SAR della Guardia Costiera scandagliavano mare e costa. La Azzurra si è spostata verso ovest seguendo il pattern di ricerca delle motovedette. Ricerca andata avanti per ore, ma della barca nessuna traccia. Malgrado la volontà e l’esperienza, la barca non poteva essere rintracciata dalla Guardia Costiera perché era affondata. Il timore di un naufragio si era però già appalesato. Le unità SAR hanno passato al setaccio buona parte della costa sud di Lampedusa, dal porto fino all’Isola dei Conigli e dalla costa fino a circa un miglio. A terra intanto cercavano i Carabinieri, nella speranza di trovare tracce dei migranti scomparsi. Intorno alle tre di notte il faro di una delle motovedette che aveva iniziato a fare una dettagliata scansione della costa ha incrociato delle persone appena sopra la scogliera nei pressi di Cala Greca.

Le persone illuminate dalla motovedetta non erano raggiungibili dal mare ed anche i carabinieri avevano difficoltà via terra, tanto da dover scendere a piedi fino ad un metro dal mare. Tutti bagnati, si sono presentati ai militari dieci migranti tunisini, uno dei quali a terra. Forse quello con minor esperienza di nuoto, che per un po’ non era riuscito a rimettersi in piedi. Con l’aiuto e guida dei carabinieri, e con il potente fascio di luce proiettato dalla motovedetta della Guardia Costiera che li aveva trovati ad illuminare il cammino, i naufraghi hanno raggiunto la strada. Sul posto l’ambulanza dell’Azienda Sanitaria Provinciale ed il dispositivo immigrazione della Polizia. Sani e salvi, i dieci migranti che dichiaravano di essere partiti da Sfax sono stati presi a bordo dal pulmino dell’ente gestore per il trasferimento al centro di accoglienza. Anche l’uomo che era a terra è riuscito a rimettersi, anche se all’inizio della camminata è stato aiutato dalla spalla di un amico. Alle loro spalle invece il barchino che è affondato poco prima di approdare, con il mare liscio come l’olio ed il traguardo a pochi metri.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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