Trasferimenti da Lampedusa, arma a doppio taglio – FOTO

Tre navi per 520 persone migranti trasferite tra ieri mattina e questa notte da Lampedusa. Con la nave traghetto di linea ne sono partiti 200 al mattino. Altri 320 sono stati imbarcati da due pattugliatori

Imbarco di persone migranti sul pattugliatore "P-03 Denaro" la sera del 27 luglio 2020 a Lampedusa - Foto: Emanuela Calà

di Mauro Seminara

Ieri a Lampedusa erano ormeggiate in porto due navi, rispettivamente della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Si tratta della nave “CP-905 Peluso” della Guardia Costiera e del pattugliatore “P-03” della Guardia di Finanza. Navi da 50 metri l’una, inviate a Lampedusa appositamente per trasferire migranti. Di mattina erano stati trasferite 200 persone dal centro di prima accoglienza che ormai aveva superato le mille presenze. Il primo trasferimento era stato effettuato mediante la nave traghetto di linea che collega le Pelagie alla Sicilia e nel tardo pomeriggio i 200 migranti erano sbarcati a Porto Empedocle. Poi sono entrate in porto la CP-905 e la P-03 per prendere a bordo altre 320 persone e trasferire anch’esse a Porto Empedocle.

L’operazione si è svolta in tarda serata e si è conclusa all’una di notte con le due navi che lasciavano il porto commerciale dell’isola insieme ed al termine di ore di staffetta dei pulmini dell’ente gestore del centro di accoglienza, la trevigiana Nova Facility, per trasferire tutte le 320 persone dalla struttura di Contrada Imbriacola al porto. Le due navi evidentemente non sono navi passeggeri e le persone da trasferire, ripartite in 170 sul pattugliatore della Guardia di Finanza e 150 su quello della Guardia Costiera, sono state fatte “accomodare” sul ponte scoperto, a terra, con delle copertine termiche luccicanti per proteggerli dall’umidità durante la traversata notturna. Se la navigazione della nave traghetto “Sansovino”, più lenta delle due navi militari ma per passeggeri, è durata oltre otto ore, quella delle due navi salpate questa notte da Lampedusa sarà stata un paio d’ore più rapida ma molto meno confortevole.

I pattugliatori impiegati per il trasferimento dei 320 passeggeri speciali non sono nuovi ad interventi di soccorso in mare. Soprattutto nave Peluso che è della Guardia Costiera. Ma il trasporto di ieri non era di naufraghi soccorsi in mezzo al mare. In questo caso, quelli imbarcati dalle due navi sono passeggeri e non naufraghi. In occasione del recente fermo amministrativo della nave Ocean Viking, della Ong SOS Mediterranee, come per le altre navi Ong già fermate a seguito di ispezioni della Guardia Costiera in virtù delle quali era stato imposto il “fermo amministrativo”, il presupposto era quello che considerava i naufraghi come passeggeri e le navi non idonee al trasporto di tale numero di passeggeri a bordo. “L’ispezione ha evidenziato – recitava la nota stampa della Guardia Costiera del 22 luglio 2020 – diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza ai  migranti svolto dalla nave, così come alcune violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino.

Ad una nave mercantile, ad un peschereccio o ad altre imbarcazioni che salvano vite in mare non viene contestato poi, dopo il soccorso marittimo, quante persone può portare la nave, per quante persone è omologato il depuratore delle acque reflue o quante poltrone ha a bordo. Per le navi Ong invece, considerando la loro attività quale “preordinata”, pare vengano applicati gli standard tecnici di navi passeggeri. Come se tre giorni a settimana attraccassero nel porto di Tripoli effettuando la tratta Tripoli-Pozzallo andata e ritorno. Magari con biglietti acquistabili su un comodo sito online. Tecnicamente, le persone prese a bordo dalle navi Ong durante una operazione SAR (“ricerca e soccorso”) sono naufraghe. Non lo sono se invece le si imbarca in un porto e le si sbarca in un altro. Come nel caso delle navi “CP-905” e “P-03”. Entrambe non classificate come navi passeggeri e, come si vede anche dalle foto, decisamente non idonee a far fare una traversata di qualche ora a 320 persone che non vengono trasferite in un place of safety (porto sicuro di sbarco) per naufraghi ma da un porto ad un altro come per qualunque passeggero.

Non sappiamo, ovviamente, se gli ispettori della Guardia Costiera specializzati in sicurezza della navigazione abbiano sottoposto ad ispezione nave Peluso, CP-905, per verificare se era adeguata al trasporto di 150 persone, oppure il pattugliatore “P-03 Denaro” della Guardia di Finanza erano in regola con il trasporto di passeggeri collocati a terra tra la torretta con cannone di prua e il ferro del ponte di poppa. Il fermo amministrativo delle navi Ong potrebbe rivelarsi un arma a doppio taglio. La necessità di intervenire urgentemente sul sovraffollato centro di prima accoglienza di Lampedusa potrebbe indurre in un possibile motivo di imbarazzo per i Ministeri ed i Corpi che hanno effettuato il trasferimento dei 320 passeggeri.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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