Siparietto leghista durante sbarchi, tutti bloccati per oltre un’ora – FOTO

Un ora di immobilizzazione delle operazioni di trasferimento al centro di accoglienza dopo lo sbarco a causa di una corda che la ex senatrice leghista Angela Maraventano ed uno dei promotori del Comitato spontaneo Lampedusa hanno teso "sequestrando Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza in banchina

Due attivisti della Lega con la corda con cui volevano impedire l'uscita dei migranti dalla banchina ed un agente di Polizia che parla con loro

di Mauro Seminara

Lampedusa non si fa mai mancare un po’ di teatralità, anche nei momenti più drammatici. Questa notte, terminati gli imbarchi per i trasferimenti, all’arrivo della prima motovedetta SAR della Guardia Costiera, con a bordo 70 naufraghi soccorsi in acque territoriali, al molo commerciale si è presentata l’ex senatrice leghista Angela Maraventano con uno dei promotori del “Comitato spontaneo di Lampedusa”, Attilio Lucia, ed altre due o tre persone. Da quel momento ha avuto inizio un siparietto che si è concluso in modo tragicomico. I leghisti intendevano manifestare, in perfetta linea con gli slogan del leader di partito sulla “apertura dei porti” attuata da questo governo, e a tal fine hanno tirato fuori qualche metro di corda con cui intendevano chiudere la via d’uscita dall’aerea imbarchi del porto in cui si svolgevano le operazioni di sbarco dei migranti.

Il primo tentativo non è andato a buon fine. Al tentativo di tendere la corda da parte a parte del cancello si opponevano due volontari di Sea Watch che operano le ricognizioni con il velivolo “Moonbird” mettendole i piedi sopra. Il siparietto tra i leghisti e i volontari Ong ha visto momenti di melodramma con qualche spinta da calciatore in area di rigore, senza l’uso delle braccia, tra l’ex senatrice ed una delle attiviste (foto sotto). Nel frattempo, aggirando l’ostacolo, i pulmini con a bordo i migranti, diretti al centro di accoglienza, hanno imboccato il secondo di due cancelli dell’area imbarchi senza incorrere nella corda che i leghisti tentavano di tendere.

Il tentativo di bloccare i migranti e far passare soltanto l’ambulanza, come annunciato dagli stessi leghisti, non ha prodotto risultati e l’entourage della ex senatrice si è spostato alla fine della strada che conduce al piazzale dello scalo marittimo. Tesa la corda ad ingresso banchina la scena si è fatta grottesca. I pulmini di ritorno dal centro di prima accoglienza sono rimasti bloccati fuori e gli è stato così impedito di procedere nel loro servizio. All’interno dell’area sono rimasti ad assistere agenti di Polizia, Carabinieri, militari della Guardia di Finanza. La rimozione della corda che impediva lo svolgimento del servizio di polizia è stata chiesta – ripetutamente – con le buone maniere e, almeno in apparenza, quasi a titolo di favore. La leghista non molla e la sceneggiata va avanti per un’ora (foto sotto).

Sulla banchina, all’interno dell’area imbarchi, ci sono ancora una ventina di naufraghi appena sbarcati che nessuno controlla più. Nessuna assistenza, niente acqua, niente trasferimento presso il centro di prima accoglienza. Tutti assistono ma nessun agente delle forze dell’ordine in servizio sul posto rimuove, anche con la forza, la corda di Angela Maraventano e dei suoi followers provvedendo alla opportuna denuncia con tutti i codici penali applicabili a chi sta impedendo alle forze dell’ordine di operare quanto disposto dal Ministero dell’Interno. Ministero dell’Interno cui la stessa ex senatrice, in occasione della visita a Lampedusa della ministra Luciana Lamorgese, aveva esibito uno striscione con il testo “Scafisti”. Anche in quella circostanza guanti bianchi per la signora Maraventano che pochi giorni dopo portava a spasso l’ex ministro dell’Interno – quello che faceva rimuovere ogni minimo striscione di contestazione anche se non querelabile come questo che calunniava il governo – in giro per il per Lampedusa e poi al proprio ristorante per un aperitivo party (foto sotto).

Con tatto e buone maniere, senza turbare in alcun modo la compagna di partito di Matteo Salvini, le forze dell’ordine hanno provato a convincerla di rimuovere la corda, accollandosi nel frattempo di rimanere bloccati in porto con migranti da trasferire in centro di accoglienza e sonno perso dopo turni già resi e massacranti per il gran da fare dei giorni scorsi. I quattro leghisti capitanati da Angela Maraventano, al grido di “Se non lo fa il governo lo facciamo noi”, hanno sequestrato in banchina per oltre un’ora i Carabinieri, la Polizia e la Guardia di Finanza, oltre che Capitaneria di Porto, medici del CISOM e soprattutto migranti appena sbarcati dopo una estenuante traversata dalla Libia (foto sotto).

Alla fine, dopo una lunga e cordiale mediazione del dirigente della Polizia, responsabile in quel momento per l’ordine pubblico a Lampedusa, la signora della Lega ha accettato di rimuovere la corda e se stessa dalla strada liberando il passaggio.  Questa mattina una agenzia ANSA chiudeva il lancio con la seguente dicitura: “La polizia sta valutando denunce per interruzione di pubblico servizio e resistenza passiva a pubblico ufficiale“. Non possiamo sapere se le stesse autorità di polizia presenti sul posto e vittime del “sequestro” a mezzo corda, nel caso di attivisti etichettati come dei cosiddetti centri sociali avrebbero agito come hanno fatto con la ex senatrice e padrona di casa per l’aperitivo del segretario della Lega Matteo Salvini. Alla fine non è chiaro se la dimostrazione, con una corda tesa a chiudere la strada e la conseguente interruzione di un pubblico servizio delle forze dell’ordine, abbia risolto il problema dei flussi migratori verso Lampedusa. Sembrerebbe però che il problema sia stato risolto esattamente come i porti erano stati chiusi da Matteo Salvini: giusto il tempo di un po’ di propaganda e poi sbarcavano tutti i migranti, anche dalle Ong tanto odiate.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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