Respingimento

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di Vittorio Alessandro

Ore 16,39 del 26 giugno. IMRCC Roma (la Guardia Costiera) trasmette alle unità in transito un messaggio: un gommone è in pericolo con 40 persone a bordo (ne indica la posizione), e tutte le navi nelle vicinanze devono dunque dirigere sul posto e prestare assistenza, prendendo contatti con le autorità libiche. È la formalizzazione di un evento SAR per il quale gli Stati che hanno avuto notizia di una situazione di pericolo sono tenuti a collaborare ma anche a intervenire, quando quello territorialmente responsabile non sia in grado di farlo utilmente. Ciò vale per la Libia che, in stato di guerra, non possiede porti sicuri e una guardia costiera affidabile, come affermano le istituzioni internazionali.

Secondo la ricostruzione di Avvenire, la notizia, ricevuta alle 12,22 da Alarm Phone e diramata a tutte le Autorità competenti, riguarda un gommone nero in avaria con circa 95 persone a bordo, tra le quali 8 bambini e 20 donne, “una delle quali – precisa il messaggio – pare abbia partorito durante la navigazione”. L’unità sarebbe partita alle 22,30 della sera precedente dalla località libica di al-Khoms. La sua posizione eccentrica (50 miglia a Est di Misurata) fa ritenere che il gommone abbia perduto la rotta.

Nessuno risponde, nessuno interviene. Neanche le navi militari europee presenti in zona a varia imprecisata distanza. Quella italiana (anche il suo nome non è noto), non si sente coinvolta in quanto – ha poi spiegato all’Avvenire l’Ufficio Pubblica Informazione della Marina – spetta al Maritime Rescue Coordination Center ordinare l’intervento: ciò che appunto aveva fatto il MRCC di Roma con il messaggio rivolto “a tutte le navi”, grigie comprese. La nota lascia intendere che, in materia di soccorso, la Marina si sarebbe sempre mossa secondo direttive della Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma.

Ore 23 del 26 giugno, circa sette ore dopo l’Sos lanciato da Roma. Una motovedetta della cosiddetta “guardia costiera libica” intercetta i migranti alla deriva, mentre sul punto è in arrivo la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans. I naufraghi vengono trasbordati e riportati in Libia: si parla (ma non è confermato) di sei persone giunte cadavere e di un bambino appena nato, forse a bordo del gommone. Non si sa dove siano finiti, si dice (ma neppure questo è confermato) nel lager di al-Khoms, circa 120 km a est di Tripoli. Di tale centro Sara Creta, giornalista di Euronews, nell’ottobre scorso aveva scritto: “È stato ufficialmente chiuso dalla DCIM, ma le milizie fanno quello che vogliono e non rispettano gli ordini del Ministero degli Interni. Le persone vengono torturate, vendute e rilasciate solo dopo aver pagato un riscatto. La gestione è nelle mani delle milizie di al-Khoms che agiscono indipendentemente dal governo”.

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Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.

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