Un altro cadavere nel Mediterraneo, Mare Jonio lo lascia in mare

Un altro cadavere nel Mediterraneo centrale che galleggiava tra Lampedusa e la Libia. Il ritrovamento è stato della nave umanitaria Mare Jonio, della Ong italiana Mediterranea, che però lo ha lasciato in mare

La nave ONG Mare Jonio il 13 giugno 2020 nel porto di Lampedusa

di Mauro Seminara

La notizia, non è chiaro il perché, la Ong italiana Mediterranea Saving Humans ha deciso di renderla nota soltanto oggi, quattro giorni dopo l’episodio del ritrovamento dell’ennesimo cadavere per il quale il Mediterraneo centrale sembra non avere più posto. Oggi pomeriggio, con un video postato sul social della Ong alle 18:20, il capomissione della Mare Jonio, Luca Casarini, ha raccontato che il 19 giugno, durante la missione nel Mediterraneo centrale, la nave umanitaria ha avvistato il corpo di un ragazzo. Il ritrovamento, che Casarini dice essere stato documentato, viene circostanziato come avvenuto “venerdì 19 giugno a circa 60 miglia da Lampedusa, alle 15.39 ora locale“. Luca Casarini racconta (nel video che trovate qui sotto): “Abbiamo documentato il ritrovamento e comunicato alle autorità competenti italiane e maltesi“. Il corpo quindi sarebbe stato lasciato alla deriva in mare per un successivo recupero.

Il post pubblicato oggi da Mediterranea Saving Humans si chiude poi con un pensiero alla famiglia del ragazzo: “Un pensiero alla famiglia che non avrà un corpo da seppellire. Sono morti che si possono evitare, come abbiamo sempre denunciato, come denunciamo, sempre, con forza le politiche che condannano a morte chi fugge da guerra e tortura. Poco dopo, come racconta Casarini facendo un discorso su come vengono fermate con pretestuosi motivi le navi Ong che salvano vite in mare, la nave umanitaria Mare Jonio ha rintracciato e salvato i 67 naufraghi poi sbarcati nel porto siciliano di Pozzallo

. Rimane il dubbio sul perché, invece di documentare il ritrovamento e limitarsi a comunicarlo alle autorità marittime di Italia e Malta, la nave Ong non abbia recuperato il corpo per assicurare la giusta sepoltura oltre che magari anche l’identificazione. La denuncia arriva soltanto oggi, dopo quattro giorni e dopo il fermo per quarantena della Sea Watch 3.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*