Sbarcati a Pozzallo i naufraghi soccorsi dalla Mare Jonio. Sea Watch 3 a Messina

Dopo il soccorso effettuato a 48 miglia sudovest di Lampedusa la nave umanitaria Mare Jonio ha impostato la rotta su Pozzallo dove è giunta questo pomeriggio. La Sea Watch 3 aveva navigato verso Pozzallo dopo l'ultimo dei tre soccorsi, ma il place of safety le è stato assegnato nella serata di oggi su Messina

La Mare Jonio ormeggiata nel porto siciliano di Pozzallo il 20 giugno 2020

di Mauro Seminara

Dopo il soccorso effettuato ieri a 48 miglia nautiche sudovest di Lampedusa, nel corso del quale sono state tratte in salvo 67 persone, la nave della Organizzazione non governativa italiana Mediterranea Saving Humans ha impostato la prua verso il porto siciliano di Pozzallo. Dopo un passaggio a poche miglia da Lampedusa, circa 6, oggi la Ong ha annunciato che il Maritime Rescue Coordination Centre (MRCC) di Roma aveva assegnato alla nave Mare Jonio il place of safety (luogo sicuro di sbarco) di Pozzallo. La nave è arrivata con anticipo sull’orario concordato. Dopo un paio d’ore d’attesa in rada è poi entrata in porto ed alle 18:30 aveva le cime ben salde alle bitte. Esperite le procedure di rito, l’autorizzazione sanitaria e quindi anche portuale allo sbarco è arrivata ed alle 19:30 è iniziato lo sbarco dei naufraghi.

Dalla Mare Jonio sono scesi cittadini del Bangladesh, in maggioranza, e del Corno d’Africa. Tutti in buono stato di salute e tutti trasferiti immediatamente con pullman scortati presso il centro di prima accoglienza in cui trascorreranno il previsto periodo di isolamento preventivo da Covid-19. Mentre per la Mare Jonio è arrivata subito l’assegnazione del porto sicuro di sbarco, la Sea Watch 3, che batte bandiera tedesca, ufficialmente attende ancora che le venga assegnato il porto. Nel frattempo la nave della omonima Ong si trova in acque territoriali italiane al largo di Gela. Anche la Sea Watch 3, contrariamente a tempi in cui i rapporti tra le autorità italiane e le Ong erano meno pacifici, non ha esitato nel fare rotta verso la Sicilia invece di fermarsi nei pressi di Lampedusa, porto sicuro più vicino – sotto ogni punto di vista – al punto in cui ha effettuato il terzo di tre soccorsi.

Il decreto interministeriale del 7 aprile

, pur mai apparso in Gazzetta Ufficiale malgrado determini i porti italiani discrezionalmente non sicuri coinvolgendo diverse autorità istituzionali e Corpi dello Stato, è ancora in vigore ed i suoi effetti sembrerebbero farsi vedere con la nave umanitaria di bandiera italiana. La Mare Jonio, che appunto è iscritta al registro navale italiano, non ha atteso nulla perché le si autorizzasse il porto siciliano. Dal momento del soccorso all’arrivo in rada a Pozzallo la nave non si è mai fermata. Anche la Sea Watch 3, a suo modo, sembrerebbe avere avuto meno difficoltà, rispetto agli anni passati, nel poter considerare l’Italia il porto sicuro su cui fare rotta. Dall’ultimo dei tre interventi di soccorso, la nave ha iniziato a navigare verso Pozzallo. Giunta nel Canale di Sicilia ha poi effettuato dei cambi di rotta che facevano pensare ad un contrordine con place of safety sulla costa occidentale della Sicilia, ma poco più tardi la nave è tornata in direzione della costa sudest entrando in acque territoriali italiane. In questo momento la Sea Watch 3 si trova al largo del Golfo di Gela, in attesa di ordini, con 211 naufraghi a bordo. L’esitazione della Sea Watch 3 è però durata mezza giornata o poco più: in serata la notizia di assegnazione di Messina quale place of safety per la nave della Ong tedesca è stata battuta dalle agenzie di stampa e la nave ha invertito nuovamente la rotta.

Aggiornamento sul porto di destinazione della Sea Watch 3 in:

In porto anche Sea Watch, ma a Porto Empedocle dove c’é Moby Zazà

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*