Sea Watch in missione, Lampedusa CPSA vuoto

La Sea Watch 3 è tornata in area SAR dopo una lunga sosta in porto. Il vescovo di Mazara del Vallo è salito a bordo della Mare Jonio che si prepara a salpare anch'essa per nuove missioni umanitarie. A Lampedusa continua la gestione da prima accoglienza con trasferimenti regolari ed immediati verso la Sicilia

di Mauro Seminara

La nave Sea Watch 3 ha ripreso il mare dopo una lunghissima sosta e si trova già nel Mediterraneo centrale, ma questa volta sembra aver imboccato la via della cosiddetta SAR2, l’area di soccorso che si trova tra Malta e la costa della Libia sul lato est. Nel caso di soccorso a migranti in pericolo, la nave della Ong tedesca avrebbe Malta quale porto sicuro più vicino. Questo dettaglio tecnico, previsto dalla Convenzione di Amburgo, alimenterebbe ancora la partita politica che Italia e Malta stanno da tempo giocando sulla pelle dei migranti. Sabato sono stati autorizzati allo sbarco gli oltre 400 migranti ostaggio di un ricatto europeo da parte di Malta, alcuni di essi si trovavano a bordo di un battello da gita turistica già di circa 40 giorni con bagni chimici, niente doccia e niente letto. Lo sbarco è stato autorizzato dal premier maltese dopo una rivolta dei “prigionieri” isolati in acque internazionali.

Malta, come l’Italia che l’ha preceduta di circa 48 ore costringendo l’isola-Stato ad inseguire emettendo analoga disposizione, ha dichiarato i propri porti non sicuri a causa dell’emergenza sanitaria. Esattamente come l’Italia che lo ha fatto con decreto interministeriale il 7 aprile

. Nel frattempo la situazione sanitaria sembra normalizzarsi, non perché l’epidemia di Sars-CoV-2 non deve più far paura ma perché l’economia ha deciso che bisogna ripartire ad ogni costo. Ma se la riapertura prevede adesso di poter viaggiare da uno Stato ad un altro senza doversi fermare in quarantena, la situazione dei soccorsi in mare è poco probabile che venga gestita con la stessa misura. La posizione che sta tenendo la Sea Watch 3 è comunque quella che copre eventuali soccorsi di barche salpate dai porti libici di Garabulli e Zliten, che nelle ultime settimane hanno visto un incremento delle partenze. La rotta delle imbarcazioni che salpano da questo tratto di costa conduce a barra dritta su Malta, non si esclude pertanto che a breve si dovrà assistere a nuove agonie di settimane a bordo della nave Ong cui verrà negato il porto sicuro di sbarco.

Anche la Mare Jonio si prepara a ripartire, ed il battesimo per una sua prossima nuova missione nel Mediterraneo centrale lo ha celebrato il vescovo di Mazara del Vallo monsignor Domenico Mogavero salendo a bordo della nave di Mediterranea Saving Humans ferma da parecchio tempo nel porto di Trapani. Mentre un assetto navale umanitario si prepara a tornare in missione, con nuove navi pronte a dare manforte alle attuali superstiti, a Lampedusa continua la procedura gestionale da centro di primo soccorso ed accoglienza (CPSA) con trasferimenti immediati che lasciano la struttura di Contrada Imbriacola sempre disponibile per eventuali nuovi arrivi. Nel centro di accoglienza di Lampedusa, che di hotspot ha soltanto la presenza dei funzionari di Frontex e null’altro, gli attuali pochi posti letto disponibili – in attesa di completa ristrutturazione – sono preziosi. Ieri sono stati trasferite 114 persone migranti che si trovavano in struttura dal 4 gennaio, quindi dopo quasi tre giorni. Nell’enclave del Ministero dell’Interno in Contrada Imbriacola, a Lampedusa, sono rimasti al momento soltanto 8 ospiti, alcuni per monitoraggio sanitario altri per ragioni investigative.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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