Tre barche avevano chiesto aiuto, altri due morti nel Mediterraneo

Partenze e soccorsi di fortuna operati dalla marineria mercantile nel Mediterraneo centrale anche oggi con due soccorsi coordinati dalla sedicente guardia costiera libica ed uno forse sotto affiancamento italiano. Alarm Phone: "Ancora due vittime del regime europeo delle frontiere"

di Mauro Seminara

Delle nuove rotte che si sono aperte nel Mediterraneo centrale si hanno ancora poche notizie ufficiali. Nel frattempo però le partenze sono in rapido aumento ed inversamente proporzionali gli interventi di soccorso. Oggi erano rimaste in sospeso tre richieste di aiuto che erano pervenute ad Alarm Phone e dalla piattaforma di alert Ong rimbalzate alle autorità marittime. Due delle tre richieste erano di ieri, una di questa mattina. Delle tre barche in pericolo, una, con circa 55 persone a bordo, è scomparsa senza lasciare tracce. Altre due invece erano imbarcazioni con a bordo rispettivamente circa 80 e circa 90 persone che salpavano da una del due nuove rotte del Mediterraneo centrale: quella dalla città libica di Zliten.

Le barche erano state localizzate da Alarm Phone a circa 55 e 85 miglia nord di Zliten, città ad est di Tripoli, tra Khoms e Misurata. Attualmente terra di nessuno, a ridosso di una linea di fuoco e lontana dal modesto assetto navale italo-libico che fu orgogliosamente della Guardia di Finanza. Sulle coordinate delle due imbarcazioni in pericolo segnalate da Alarm Phone sono state dirottate tre navi, più una quarta che appena avvicinatasi all’area del SAR è scomparsa ai sistemi di tracciamento ed identificazione automatizzato. La quarta nave, un cargo di nome “Zarga”, è un mercantile libico che navigava in direzione sud. L’operazione monitorata ha comunque interessato due mercantili ed un peschereccio italiano.

Le due navi che hanno invertito la rotta sono il grosso cargo da trasporto veicoli “Silver Ray”, salpato da Khoms e di bandiera di Panama, e la portacontainer di bandiera portoghese “Anne”. Tutti e due hanno manovrato invertendo prima la rotta e poi muovendo in evidente operazione di ricerca e soccorso (SAR). A questi due grossi bestioni del mare si sono aggiunti i pescatori del motopesca italiano “Medinea”. Tutti e tre però convogliando la propria attività intorno alle coordinate della barca con circa 90 persone. Nessuna attività visibile e tracciabile intorno a quella con circa 80 persone che si trovava approssimativamente 30 miglia più a sud. Nel pomeriggio però le due navi ed il peschereccio che erano intervenuti – non si sa ufficialmente sotto il coordinamento di quale autorità marittima –  si sono separati prendendo ognuno la propria originale rotta. Il “Silver Ray” andava via da Khoms dopo uno scalo commerciale, “Anne” era diretto a Misurata ed il piccolo peschereccio italiano “Medinea” è tornato alla sua attività di pesca.

Qualche ora più tardi, un velo di luce illumina gli eventi con modeste informazioni. A darne notizia è la stessa Alarm Phone che riceve una conferma dalla cosiddetta guardia costiera della Libia secondo cui i circa 90 migranti sono stati soccorsi presi dal cargo “Anne” sotto il coordinamento libico. In serata la portacontainer era già in prossimità di Misurata ed ai migranti salpati dalla costa libica in prossimità di Zliten è toccato un respingimento in Libia. Altra storia, con maggiori lacune, riguarda l’epilogo della barca con circa 55 migranti di cui Alarm Phone non aveva reso pubblico alcun dettaglio circa la rotta e le coordinate limitandosi a twittare che si trovavano su un gommone, che avevano provato a contattare la sedicente guardia costiera della Libia – che non rispondeva – e che “le autorità europee rifiutano di fornire informazioni”. Le stesse generiche ed innominabili “autorità” che avrebbero comunicato ad Alarm Phone che le circa 55 persone sono state riportate in Libia, ma con due vittime in più nel Mediterraneo centrale. A renderlo noto è la stessa centrale d’allarme civile Alarm Phone con il tweet delle 18:11 odierne: “La barca era piena d’acqua e sono stati trovati due corpi senza vita”. Anche queste sono vittime che si potevano salvare.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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