Scuse pelose

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di Vittorio Alessandro

Bene ha fatto il governatore del Veneto Zaia a porgere imbarazzate e contorte scuse al governo cinese per le dichiarazioni rese in tv: “tutti abbiamo visto i cinesi mangiare topi vivi”, ma il caso non è affatto chiuso. Quelle sue frasi non sono dovute, infatti, alla stanchezza, come Luca Zaia farfuglia, ma al tipico approccio leghista nei confronti delle comunità diverse dalla nostra, spietato al punto di costruire argomenti falsi. Con le argomentazioni usate (noi abbiamo la mania della doccia, quegli altri sono luridi e infetti), il governatore ha pensato di cavalcare il consenso come appunto fa la Lega, portando al livello più basso possibile gli umori del proprio popolo.

Ma la Cina è una potenza, non è mica il regno dei derelitti senza patria e futuro, e allora ecco le scuse che, pur pienamente dovute, riportano alla mente i versi di Metastasio: “Voce dal sen fuggita / più richiamar non vale; non si trattien lo strale,/ quando dall’arco uscì”.

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Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.

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