Migranti raggiungono Lampedusa, altri soccorsi da Open Arms

Circa 70 migranti a bordo di una barca in legno con colori tunisini ha raggiunto Lampedusa. A bordo quasi tutti di etnia subsahariana, molte donne e qualche minore. Fermata dalla Guardia di Finanza, i migranti sono stati trasbordati dalla Guardia Costiera. La Open Arms ha soccorso una barca con 44 uomini in ipotermia, alla deriva ed in mare ormai da due giorni

La piccola barca trainata in porto dalla Guardia di Finanza (Ph: Mauro Buccarello)

Una piccola barca in legno, del tipo adibito a pesca sotto costa, tunisina, ha raggiunto le acque territoriali italiane di Lampedusa dove è stata fermata da due motovedette della Guardia di Finanza per accesso illegale. La barca pare aver lasciato gli ormeggi, con a bordo circa 70 migranti subsahariani tra i quali donne e bambini, da un porto al confine con la Libia ma in territorio tunisino. Circostanza plausibile e che si era già verificata nel corso del 2019 a causa della “chiusura” del mare libico e del conseguente attraversamento della frontiera verso la Tunisia. A bordo del barchino pare ci fosse un tunisino, probabile persona capace di condurre una barca dalla costa nord del continente africano fino a Lampedusa. Il resto dei passeggeri erano di nazionalità varie ma prevalentemente dell’Africa centrooccidentale.

La barca ha seguito la rotta su cui nelle scorse ore, diurne e notturne, volava un aereo della missione Sophia – o quel che ne rimane – in assetto Frontex. I velivoli europei che monitorano il Mediterraneo centrale individuando le imbarcazioni con migranti a bordo e ne segnalano la posizione alla sedicente guardia costiera libica perchè possa raggiungere il natante, catturare le persone a bordo e riportarle in Libia. Un sistema di gestione del flusso migratorio attraverso il Mediterraneo centrale che può aver causato i naufragi al largo di Lampedusa di ottobre e novembre. Le imbarcazioni avvistate, nelle condizioni precarie in cui navigano, prive di ogni requisito minimo di sicurezza, sono obbligatoriamente oggetto di operazioni SAR (Search and Rescue, Ricerca e Soccorso) da parte delle autorità marittime competenti più vicine. L’omissione di soccorso potrebbe infatti causare le stragi che si sono consumate sul finire dello scorso anno vicino alla costa di Lampedusa e sotto gli occhi della Guardia Costiera. Le convenzionali regole d’ingaggio prevedono infatti l’immediato soccorso, anche in acque internazionali, e non l’attesa fino a prossimità di costa; quando l’intervento potrebbe essere ormai tardivo.

L’operazione odierna segue fedelmente lo schema già visto, con la competente autorità giudiziaria (la Guardia di Finanza) che ferma la barca con proprie motovedette per immigrazione clandestina e la Guardia Costiera in supporto che provvede al trasbordo dei migranti per dichiarato evento SAR, mettendo in sicurezza sul guardacoste le persone che sovraffollano la piccola e precaria imbarcazione. Sbarcati da una motovedetta classe 300 della Guardia Costiera al Molo Favarolo alle 13 odierne, tutti i migranti soccorsi in acque territoriali sono stati trasferiti al centro di primo soccorso dell’Isola. Nelle stesse ore in cui la piccola barca verde di legno raggiungeva Lampedusa, la nave Ong spagnola Open Arms soccorreva una piccola barca con 44 persone a bordo in acque di competenza SAR italiane o maltesi (fascia di sovrapposizione delle SAR zone). La Open Arms, salpata dal porto di Siracusa per raggiungere la zona della morte del Mediterraneo centrale in un momento in cui, grazie alle favorevoli condizioni meteo, molte barche gremite di disperati avevano lasciato la costa nordafricana, ha rintracciato e soccorso un piccolo natante in legno con 44 uomini – afferma la Ong – in stato di ipotermia. La barca pare fosse alla deriva, senza carburante ed imbarcava acqua. Hanno detto ai soccorritori di trovarsi in mare da due giorni.

Aggiornamento:

I migranti sbarcati alle 13 a Lampedusa sono in totale 97, una decina dei quali fermati su altro barchino dalla Guardia di Finanza, che si aggiungono ai circa 80 (non 70 come nell’articolo) che navigavano a bordo della barca verde. I migranti della barca più numerosa dichiarano di esser partiti da Tripoli.

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