Piazza Fontana, 12 Dicembre 1969

Il PuntoNave di Vittorio Alessandro

di Vittorio Alessandro

Cinquant’anni fa, il 12 dicembre 1969, a Milano una bomba fece 17 morti e 88 feriti. Le indagini vennero subito orientate verso gli anarchici, e due di loro, Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli, furono arrestati insieme ad altri: il primo, sottoposto a un violento linciaggio mediatico, trascorse quasi tre anni in carcere; Pinelli fu scaraventato sulla strada da una finestra al quarto piano della questura dove era illegittimamente trattenuto.

Trentasei anni dopo, la Cassazione chiuse una vicenda giudiziaria vergognosa e assurdamente coperta dal segreto di Stato, sentenziando finalmente che i colpevoli della strage erano stati uomini della destra eversiva; nessuno, però, scontò condanne.

Giuseppe Pinelli, ex partigiano ferroviere, fu la diciottesima vittima di quel cupo coacervo di assassini e di funzionari traditori. Era una persona per bene, un militante della libertà, e il torto della sua vita spezzata generò altro sangue, altre indagini contorte, altra ingiustizia.

Dicono che gli italiani siano diffidenti dello Stato e delle sue istituzioni, io credo che molte radici di tanta sfiducia affondino tuttora proprio in quel lontano 12 dicembre.

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Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.

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