Lampedusa, ritorna in agenda ristrutturazione hotspot

Massima celerità per la restituzione dei posti letto dell'hotspot di Lampedusa danneggiato negli anni da vari incendi. Entro marzo del prossimo anno ci sarà di nuovo un'area per i minori non accompagnati ed i posti saliranno in totale a 228. Il piano di interventi prevede una capienza massima di 439 posti

Il centro “hotspot” per migranti di Lampedusa attende ormai da anni il radicale intervento di ristrutturazione in mancanza del quale la struttura era ormai ridotta a soli 96 posti letto (nella foto accanto il padiglione incendiato nel 2016). Oggi ha annunciato il prossimo avvio dei lavori il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Il primo step prevede il recupero di uno dei padiglioni danneggiati negli anni passati ed una consegna entro marzo 2020 di 132 posti letto. La restituzione non rappresenta però il fine lavori ma solo un rapido ampliamento che vedrà passare la capienza del centro di Contrada Imbriacola dagli attuali 96 a 228 posti. L’annuncio del ministro Lamorgese, reso oggi nel corso del question time alla Camera dei deputati, indica il completamento dei lavori con una capienza finale dell’hotspot di Lampedusa pari a 439 posti letto.

Il centro di prima accoglienza per migranti di Lampedusa era stato danneggiato nel corso di vari episodi di cronaca e la sua iniziale capienza, di oltre 400 posti con un piano d’emergenza che raggiungeva i quasi 800, era stata progressivamente ridotta agli attuali 96 posti letto. Negli ultimi anni era perfino stata sospesa la manutenzione ordinaria della struttura, nelle more della ristrutturazione rinviata di anno in anno. Un appalto di manutenzione era infine stato riaffidato ad una ditta che ha effettuato interventi di ripristino di ciò che non funzionava negli unici edifici ancora agibili. Nel centro di Contrada Imbriacola erano saltati in parte l’impianto elettrico, idraulico ed anche la sicurezza con la videosorveglianza non era più garantita.

L’unica cosa che funzionava era il fatidico buco nella rete di recinzione da cui i migranti, a norma di legge liberi di uscire superate le 48 ore di “statuto hotspot”, uscivano per fare un giro in paese e poi – salvo tentativi di fuga – rientrare per cena e poi andare a dormire. Si tratta del buco del compromesso, dal quale escono migranti che ne hanno comunque diritto – rischiando però di farsi male – ma senza incoraggiamenti da cancello principale aperto. Quest’ultima ipotesi avrebbe trovato una negativa reazione da parte di una quota della popolazione residente che teme una pubblicità negativa nel caso i turisti, magari provenienti da città piene di migranti, dovessero vedere migranti in giro per le vie del centro.

Tra i problemi che l’hotspot di Contrada Imbriacola si portava ormai dietro da anni c’era anche la difficoltà pratica nel poter separare le donne dalla zona dormitorio maschile e di poter offrire una zona adeguata e sicura ai nuclei familiari e soprattutto ai bambini. Il piano del Ministero dell’Interno, così come relazionato dal ministro dell’Interno, prevede anche la restituzione di queste aree. Un’area per i minori non accompagnati è infatti prevista già nella sessione di interventi che dovrà restituire entro marzo del prossimo anno i 132 posti di cui sopra. Luciana Lamorgese ha anche precisato agli onorevoli deputati che la questione dell’hotspot di Lampedusa – che nei giorni scorsi aveva ricevuto una visita della Commissione parlamentare Schenghen il cui rapporto era stato allarmante sotto molti profili – è strettamente monitorata dal Viminale e che è stata chiesta la massima celerità per “la riqualificazione e il ripristino delle funzionalità”.

Tra la chiusura di alcune strutture-lager per migranti in Libia, il continuo degenerare della guerra tra l’Esercito Nazionale Libico (LNA) del generale Khalifa Haftar ed il Governo di Accordo Nazionale (GNA) presieduto da Fayez al-Serraj, e le dinamiche non di pubblico dominio con gli accordi tra l’Italia e milizie libiche – vedi il caso del trafficante Bija – oltre alla prossima scadenza degli accordi ufficiali a sostegno della sedicente guardia costiera di non ben definita parte della nazione nordafricana in guerra, assume adesso uno strano sapore l’accelerazione per l’ampliamento del numero posti letto del centro hotspot di Lampedusa. Già nelle ultime settimane era stato infatti richiesto l’ausilio della struttura, chiamata ad accogliere anche 300 persone, per brevi periodi, a fronte dei 96 posti disponibili. Un ritorno alla centralità della struttura di Contrada Imbriacola dovuto alla ripresa degli sbarchi autonomi che prima, con le navi della Marina Militare, della missione europea Sophia e delle Ong, erano quasi azzerati perché i migranti soccorsi venivano smistati per lo sbarco in altri porti del sud Italia.

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