Minacce e insulti a Carola Rackete sul profilo Facebook di Salvini

Succede ad appena due giorni dall'approvazione del codice rosso contro la violenza sulle donne. La comandante della Sea Watch 3 aveva chiesto l'oscuramento degli account Twitter e Facebook di Salvini

di Alfonso Raimo

Insulti, considerazioni volgari sull’aspetto fisico e sulla sessualità, minacce fisiche. Sul profilo Facebook del ministro dell’Interno Matteo Salvini, Carola Rackete viene bersagliata in pochi minuti da oltre 2mila commenti sprezzanti, molti dei quali dai toni gravemente offensivi. Alcuni al limite del codice penale. Dopo il sequestro di Sea Watch 3, Rackete ha chiesto alla magistratura italiana l’oscuramento del profilo Facebook del vicepremier. Lo ignorano, evidentemente, i seguaci della pagina social di Salvini che intervengono in calce al post nel quale il ministro dell’Interno definisce la comandante “la nuova eroina della sinistra” e ricorda come sia “stata interrogata per quattro ore… Ci sarà un giudice che almeno stavolta farà rispettare le leggi, la sicurezza e la dignità del nostro Paese? Io non vedo l’ora di espellere questa viziata comunista tedesca e rimandarla a casa”, dice Salvini, che ieri sera nel corso di un comizio aveva definito Rackete ‘zecca‘.

Il termine ricorre anche nei commenti dei sostenitori di Salvini. Ma è tra i più bonari. Come ha verificato dall’agenzia Dire, sulla pagina Facebook del ministro si arriva alla minaccia fisica nei confronti della Comandante. E non solo. “Non mi piace per niente questa faccia da c..o col suo ghigno sicuro al servizio di Soros, ma dove non arriva la giustizia umana arriverà quella divina. Trema rasta trema”, dice Franca Gbs. Enrico L. invoca il ritorno della pena di morte, così, dice “ne puniamo una per educarne cento”. Mentre pensa alla violenza fisica il sostenitore che si firma Adelin Toluntan: “Io a questa se la trovo per strada ce li ficco due schiaffi. Ha pure la faccia da schiaffi”.

La maggior parte dei commenti si concentra sull’aspetto fisico di Carola Rackete. “Sfigata”, “zozza”, “comprati uno shampoo”, “quelli come lei i tedeschi le chiamano barbone”, sono solo alcuni degli insulti. Che si focalizzano anche sull’abbigliamento. Mario D. si chiede: “Ma una maglietta e un reggiseno un poco più adeguati per andare in tribunale no? Questa in Germania non se la incu… nessuno”. Segue dibattito sulle tedesche in spiaggia senza reggiseno. Gli insulti risparmiano ben poco: dai capelli, “un cespuglio”, al seno, “quelle susine appassite”, alla faccia “da culo”, e ancora “fabbrica di pidocchi”, “vagabonda”. Wolfgang A.: “Però prima di mandarla via una bottarella c’e’ (scritto così, ndr) lo darei”. Solo l’altro ieri il Parlamento ha approvato il codice rosso contro la violenza sulle donne. A parte i difensori di Carola, una sola voce in dissenso tra chi sostiene il ministro. Anna Maria O. scrive: “Commenti inqualificabili. Sono salviniana e non sono certo pro Carola. Ma questi riferimenti all’aspetto fisico sono di una pochezza assoluta”.

Agenzia DIRE

www.dire.it

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