Barconi in mare, due catturati dai libici. Nessuna notizia delle altre

Il velivolo da ricognizione Moonbird, della Ong tedesca Sea Watch, ha avvistato alcune barche cariche di profughi in fuga dalla Libia. Due barche sono state raggiunte dai libici ma non si ha notizia delle altre

Barche avvistate dal velivolo Moonbird il 28 maggio 2019

La vittoria della Lega alle elezioni europee in Italia non ha risolto la guerra civile in Libia e neanche il flusso migratorio dei profughi che tentano la fuga dall’inferno. Lo status quo rimane quindi invariato ed oggi quattro barche sono state segnalate nel Mediterraneo centrale, tutte salpate da quello che anche il ministro dell’Interno italiano ha infine dovuto ammettere essere porto non sicuro. L’unico grave dettaglio da rilevare riguarda la condizione del “soccorso” della sedicente guardia costiera libica. Se il porto non è sicuro, il mancato intervento in soccorso di barche con fuggitivi della Libia sui quali incombe un pattugliatore libico è di conseguenza una omissione di soccorso che lascia le vittime nelle mani dei carnefici che li ricatturano. Il velivolo da ricognizione della Ong tedesca Sea Watch ha avvistato “diverse imbarcazioni in difficoltà in fuga dalla Libia”. Di queste, due sono state raggiunte dai libici che hanno fermato la loro fuga ed ha ricondotto i profughi che si trovavano a bordo nei lager che probabilmente avrebbero voluto dimenticare per sempre.

Quattro eventi SAR, di cui si ha traccia, e due con documentato intervento libico. Mentre in Italia si discute di vittore leghiste e di conseguenze nefaste già anticipate dall’Unione europea per le politiche gialloverdi, italiane, nel Mediterraneo centrale si assiste passivamente a violazioni dei diritti umani perpetrati nel tempo. Gli unici testimoni sono i velivoli delle Ong, il Moonbird ed il Colibrì. Oggi è stato il Moonbird a documentare le barche, i “respingimenti” con la cattura da parte dei libici e l’impossibilità di poter documentare la sorte toccata alle altre barche cariche di disperati. I piccoli velivoli da ricognizione che decollano da Lampedusa non sono dotati di strumenti di natura militare come videocamere brandeggianti a grande fattore di moltiplicazione e visione notturna. Strumenti di cui sono certamente dotati i velivoli che fanno parte della missione europea Sophia e che sorvolano il Mediterraneo centrale. Ma questi ultimi trasmettono le informazioni e gli avvistamenti solo alla sala operativa che poi non inoltra a sempre più silenziosi uffici stampa. Di un paio di barche cariche di profughi non si hanno quindi più notizie, e le ultime navi Ong – la Mare Jonio e la Sea Watch 3 – sono ancora ferme sotto sequestro probatorio nel porto di Licata.

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