Aprite i Porti, dalla Porta d’Europa striscione per Sea Watch. Don Ciotti: “Questa non è politica”

Libera partecipa alla manifestazione delle associazioni di Lampedusa alla Porta d’Europa. Insieme al Forum Lampedusa Solidale, Mediterranean Hope e Terra! c’era anche Mediterranea Saving Humans

di Mauro Seminara

Si sono radunati nel primo pomeriggio alla Porta d’Europa, il monumento di Mimmo Paladino che per anni fu simbolo dell’accoglienza di Lampedusa, con uno striscione rosso il cui testo recitava “Aprite i Porti”. A reggerlo c’erano oltre cinquanta persone appartenenti a varie associazioni, ma anche cittadini della società civile che hanno deciso di unirsi al messaggio che dall’isola veniva rivolto a chi i porti li vuole chiudere e tenere chiusi. A quindici miglia da loro c’era la nave della Ong tedesca Sea Watch con i 65 profughi soccorsi nel Mediterraneo centrale mercoledì. Lo striscione non era solo una frase, ma il simbolo di chi lo teneva stretto perché il vento – forte – non lo volasse via. C’era il Forum Lampedusa Solidale, il viceparroco dell’isola, Mediterranean Hope, Libera contro le mafie, Terra!, Mediterranea Saving Humans. C’era chiunque, compreso don Luigi Ciotti che prima di raggiungere la Porta d’Europa è andato a bordo della Mare Jonio per un abbraccio all’equipaggio.

Don Luigi parla con il suo stile schietto e non le manda a dire al Governo ed alla politica in generale. Rimprovera chi i porti li chiude e loda chi salva le vite, poi invita tutti ad alzare la voce contro l’ingiustizia cui egli stesso assiste guardando il mare dalla punta più a sud di Lampedusa, verso la Sea Watch 3. Parla di disobbedienza civile don Luigi, inevitabilmente, rispondendo alla domanda su decreti, leggi e direttive ministeriali che vogliono rendere fuori legge l’alzar la voce. La sua non è una protesta, ma il lamento di chi soffre nel dover testimoniare l’indifferenza con cui si accoglie la chiusura dei porti ed il respingimento delle persone che hanno bisogno di aiuto.V

Mentre alla Porta d’Europa di Lampedusa la società civile chiedeva l’apertura del porto pelagico alla Sea Watch 3, a largo con mare mosso e forte vento, le agenzie rimbalzavano le ultime dichiarazioni del ministro dell’Interno su Facebook. Matteo Salvini gonfia il petto ed invita i giudici a processarlo, ripete che non c’è premier che gli possa fare cambiare idea sulla Sea Watch 3 ed attacca i giudici accusandoli di fare uso di “un incarico pubblico e di denaro pubblico per provare a fermare con la giustizia quello che la politica e il buon senso degli italiani toccano con mano”. Poche ore dopo, alle 19, una motovedetta della Guardia Costiera ha completato il trasbordo dei soggetti più vulnerabili dalla Sea Watch 3 e li ha sbarcati a Lampedusa. A bordo della nave rimangono uomini adulti e minori non accompagnati, mentre 8 donne con 3 uomini padri di alcuni dei sette bambini, quindi i nuclei famigliari, sono adesso al centro di prima accoglienza dell’isola.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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