Mare Jonio, la Procura non convalida sequestro. Sea Watch 3 torna in missione

La nave della Ong italiana ferma a Lampedusa è a disposizione della Procura di Agrigento per un sequestro probatorio ma il sequestro preventivo non è stato convalidato. La nave Sea Watch 3 della Ong tedesca naviga verso la SAR libica dopo lo stop temporaneo ottenuto dall’autorità olandese. Smentiti nelle rispettive affermazioni i leader di maggioranza Salvini e Di Maio sulle Ong

di Mauro Seminara

La nave della Ong Mediterranea Saving Humans non è ancora libera di lasciare il porto di Lampedusa, dove si trova dopo aver sbarcato i 30 profughi salpati dalla Libia e soccorsi lo stesso giorno in cui la nave della Marina Militare italiana ne aveva soccorsi 36. La Mare Jonio è attualmente sottoposta a disposizione della Procura della Repubblica di sequestro probatorio. Non è stato quindi convalidato il sequestro preventivo disposto su iniziativa della autorità giudiziaria, nella fattispecie la Guardia di Finanza. Gli atti erano stati trasmessi da Lampedusa ad Agrigento sabato, con un ritardo di qualche ora dovuto al blackout generale causato ad uno spegnimento programmato della centrale elettrica – nel giorno feriale di venerdì dalla 14:30 alle 16:30 – che ha bloccato ogni attività sull’isola. L’iniziativa delle fiamme gialle proponeva il sequestro della nave, ma la convalida era prerogativa della Procura di Agrigento che aveva 48 ore per convalidare il sequestro. Gli atti però non fornivano, secondo il magistrato, elementi sufficienti per convalidare un sequestro che già a bordo della nave definivano pretestuoso.

La Procura della Repubblica di Agrigento – diretta dal procuratore capo Luigi Patronaggio – ha disposto un sequestro probatorio come nel precedente caso, quando la Mare Jonio forzò l’alt con arresto motori intimato dalla Guardia di Finanza al confine con le acque territoriali. In quella circostanza furono le evidenti pericolose condizioni meteo a costringere il comandante della nave Ong a non rispettare l’alt. Il sequestro probatorio della nave aveva una validità di dieci giorni, ma la Procura dispose il dissequestro tre giorni prima del termine previsto dalla legge. Anche in questo caso è stata disposta la stessa misura, finalizzata alla necessità di accertare i fatti mediante la raccolta di informazioni e documenti a bordo della nave. La decisione della Procura, per la seconda volta, smentisce i plateali annunci via tweet dei vertici politici di Governo, in particolare del ministro dell’Interno che aveva annunciato il sequestro della Mare Jonio con un anticipo di oltre otto ore rispetto al poi notificato sequestro preventivo d’iniziatica della Guardia di Finanza oggi non convalidato dalla Procura.

Intanto, mentre la Mare Jonio rimane comunque temporaneamente bloccata a Lampedusa, la nave della Ong tedesca Sea Watch naviga verso la zona SAR in cui vengono solitamente registrati il maggior numero di soccorsi ed anche di naufragi. “#SeaWatch sta navigando verso l’area SAR – annuncia il tweet della Ong di questa mattina – dopo il blocco pretestuoso dell’Olanda e denuncia l’uso di assetti aerei UE per facilitare i respingimenti, mentre almeno 70 persone annegano in un naufragio e 240 vengono riportate forzatamente in #Libia.” Il riferimento della Ong tedesca è alle documentate attività di soccorso, ad opera della cosiddetta “guardia costiera libica” ma anche di navi mercantili, e respingimento in zona di conflitto messe in atto in questi giorni con la facilitazione dei velivoli della missione europea Sophia che indicavano la posizione nautica dei barconi con i profughi da fermare e ricondurre nel territorio da cui tentavano di fuggire.

Non si arrende quindi la Sea Watch 3, in navigazione verso le acque internazionali la cui competenza SAR è stata affidata alla Libia, come non si arrende la Mare Jonio che, con riferimento ad una frase pronunciata dal vicepremier Luigi Di Maio, afferma: “Noi non ci arrendiamo alla disumanità, all’indifferenza, alle morti in mare, ai diritti umani negati, a considerare il Mediterraneo un deserto di morte.” L’affermazione della Ong risponde all’infelice uscita del capo politico del Movimento 5 Stelle che all’annuncio – infondato – del sequestro della Mare Jonio aveva affermato: “Spero che Mare Jonio si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo”.

Questa volta invece il ministro dell’Interno non ha fatto alcuno spoiler su Twitter o Facebook riguardo alla mancata convalida da parte della Procura di Agrigento del sequestro preventivo tentato dalla Guardia di Finanza in danno alla Mare Jonio. Matteo Salvini non ha proprio menzionato la Mare Jonio, distogliendo l’attenzione dalla Ong italiana e rivolgendola nuovamente alla Ong tedesca: “La nave Ong #SeaWatch3 (bandiera olandese) sta navigando nel Mediterraneo in direzione Libia. Avviso ai naviganti: non pensino di aiutare scafisti, imbarcare immigrati e dirigersi verso l’Italia perché verranno fermati, con OGNI MEZZO lecito consentito. #portichiusi”. La politica degli annunci del ministro però non sembrano pagare dal punto di vista del consenso ed anche oggi il segretario federale del Carroccio è costretto ad incassare una dura sconfitta. Non convalidato il sequestro preventivo della Mare Jonio, operativa la Sea Watch 3 per la quale pende sul capo del ministro un’indagine per sequestro di persona analogo a quello del caso Diciotti, un naufragio-strage a largo delle coste tunisine dovuto anche all’assenza delle navi delle Ong oltre che al ritiro delle navi della missione Sophia, sono una sequenza di fallimenti duri da digerire. Al ministro dell’Interno rimane al momento soltanto l’annuncio di un “decreto sicurezza bis” di difficile approvazione, per ragioni politiche ma anche e soprattutto per ragioni Costituzionali.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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