Business rifiuti a Taranto, 7 arresti tra cui ex presidente provincia

C’è anche Martino Tamburrano, ex presidente della Provincia di Taranto, personaggio politico di Forza Italia che fino allo scorso anno si era scontrato con il presidente della Regione Michele Emiliano proprio sulla questione rifiuti dell’hinterland tarantino, tra i sette soggetti arrestati dalla Guardia di Finanza per il giro d’affari che ruotava intorno alla discarica di Grottaglie. La diatriba tra l’ex presidente della provincia ed il presidente della Regione andava peraltro in scena nel periodo in cui le Fiamme Gialle giungevano a chiusura indagini su una mega discarica abusiva in cui venivano sversati rifiuti tossici dell’Ilva. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di corruzione e turbata libertà degli incanti. Dei sette ordini di custodia cautelare, quattro prevedono il carcere e tre gli arresti domiciliari. I destinatari dell’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto sono l’ex presidente della Provincia di Taranto, un dirigente dello stesso Ente, il presidente ed un membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti Solidi Urbani di un comune della provincia di Taranto, due imprenditori attivi nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti ed il procuratore speciale di una società gestore di una discarica ubicata nel comune di Grottaglie.

Discarica di Grottaglie

Per l’esecuzione dei provvedimenti e delle perquisizioni presso uffici pubblici e numerose sedi societarie, l’operazione sta impegnando militari delle Fiamme Gialle nella provincia di Taranto, ma anche di Bari, Roma e Milano. L’attività in corso segue indagini che riguardano l’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie richiesta dalla società che la gestisce. La società proprietaria della discarica di Grottaglie – in Contrada Torre Caprarica – aveva terminato la sua attività di raccolta con la saturazione della vasca di discarica. A quel punto non vi era più possibilità di poter conferire ulteriori RSU, Rifiuti Solidi Urbani. Nell’agosto del 2017 la Provincia di Taranto, dopo i pareri negativi degli organi preposti, aveva respinto la richiesta di ampliamento. Il procuratore legale della società, sfruttando i buoni uffici di un imprenditore di San Marzano, ha quindi iniziato a tessere stretti rapporti diretti con Martino Tamburrano, presidente pro tempore della Provincia di Taranto. Lo scopo dei rapporti con il politico era finalizzato ad una nuova valutazione della richiesta di rilascio dell’autorizzazione per il sopraelevamento della discarica di ulteriori 15 metri rispetto al livello di colmata già precedentemente rigettata.

Martino Tamburrano

L’ex presidente della Provincia non ha rigettato le istanze di illecita amministrazione e si è invece attivamente adoperato per nominare un nuovo comitato tecnico ed un compiacente dirigente del Settore Ambiente per sostituire quel segretario provinciale che ricopriva il ruolo fino a quel momento. I pubblici ufficiali corrotti ricevevano denaro e altre utilità per i loro servigi contrari ai doveri di pubblica amministrazione. Nel caso di Tamburrano, le “utilità” fornite dai corruttori si concretizzavano anche in contributi per finanziare la campagna elettorale della moglie alle ultime elezioni politiche per il Senato. Tra le parti, corrotto e corruttore, s’era instaurato un rapporto talmente solido di complicità che il corruttore poteva anche permettersi toni di grave rimprovero per il ritardo nel completamento dell’iter amministrativo. Al corrotto politico veniva imputato addirittura il mancato guadagno, costituito dai ricavi derivanti dal conferimento in discarica dei rifiuti, per ogni giorno di inattività.

Le “mazzette” per i pubblici ufficiali corrotti erano fondi neri costituiti attraverso l’affidamento dei lavori di sanificazione della stessa discarica alle società riconducibili al medesimo imprenditore-corruttore. Le prestazioni venivano sovrafatturate e l’extra sul valore della prestazione era in buona parte destinato a corrispondere il prezzo della corruzione. Attraverso l’intermediazione del titolare di un autosalone, il rappresentante legale della discarica donava inoltre all’ex presidente della provincia di Taranto una autovettura di lusso del valore commerciale di circa 50mila euro. La gestione degli affari illegali da parte dell’ex presidente della Provincia di Taranto si è poi spinta ben oltre l’iniziale intervento richiesto dall’imprenditore di San Marzano, fino all’affidamento diretto di lavori per somma urgenza e necessità in occasione degli eventi di calamità naturale verificatisi nell’estate del 2018; facendo fruttare compensi per ulteriori 95 mila euro circa. Le indagini hanno infine accertato che l’ex presidente della Provincia si è prodigato per pilotare anche la gara di appalto per i servizi di raccolta rifiuti del Comune di Sava, influendo sul giudizio tecnico di due professionisti corrotti facenti parte della commissione di gara, permettendo di far vincere l’appalto allo stesso imprenditore amico, attraverso una delle sue imprese.

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