Aquarius chiede aiuto: “In arrivo onde alte 5 metri, ci serve un porto”. No di Parigi

In un video pubblicato su twitter Alessandro, soccorritore di @SOSMedItalia, aggiorna sulla situazione a bordo della nave Aquarius e fa esplicita richiesta all’Italia di un porto sicuro

La nave Aquarius di SOS Mediterranee e Medici Senza Frontiere fotografata da Isabelle Serro
Alessandro, soccorritore di SOS Mediterranee

La nave di SOS Mediterranee naviga con a bordo 58 migranti soccorsi al largo della Libia e non le viene comunicato un porto sicuro in cui sbarcarli da nessun Paese del Mediterraneo. La richiesta di approdo nel porto francese di Marsiglia è stata negata dalla Francia che ha sottolineato essere l’Italia il Place of Safety più vicino e quindi in dovere di accogliere la nave con i migranti. La Aquarius rischia inoltre anche la bandiera da quando Panama, su pressioni italiane, secondo quanto denunciato dall’associazione internazionale e confermato dallo Stato centroamericano, ha preso in esame l’iscrizione nel proprio registro navale. Precedentemente la Aquarius era iscritta presso il registro navale di Gibilterra.

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di Alfonso Raimo

“In questo momento abbiamo 58 persone che sono state soccorse tra giovedì e sabato, quando abbiamo avuto bel tempo e condizioni ideali per le partenze. Ma in questo momento le condizioni meteo stanno peggiorando e nelle prossime ore ci aspettiamo onde fino a 5 metri. Per noi diventa molto importante, diventa fondamentale riuscire a trovare un porto per sbarcare in sicurezza tutte queste persone”, dice Alessandro. Il volontario di Sos Mediterranee lamenta la “completa mancanza di coordinamento da parte della guardia costiera libica che non ha mai risposto alle nostre chiamate. Siamo poi passati per la guardia costiera italiana che però non ha preso in carico la situazione”.

Per ora la Francia dice no

Al momento dalla Francia è arrivato un ‘no’ allo sbarco nel porto di Marsiglia. La Francia auspica invece una soluzione europea “entro oggi”, ha detto la ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, intervistata da Sud Radio.

Parole di diniego anche dal ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, intervistato da Bfm-Tv-Rmc: “Se non definiamo delle regole comuni, non riusciremo ad affrontare la sfida dell’immigrazione”, auspicando “la necessità di una soluzione comune”. Le Maire, inoltre, ha insistito sul fatto che la nave Aquarius “deve attraccare nel porto più vicino” e quindi “non a Marsiglia”.

“Che fine ha fatto la Francia accogliente del buonista Macron? I ministri francesi, Le Maire, Bourdin e Loiseau, dicono no senza mezzi termini all’arrivo dei 58 migranti imbarcati sull’Aquarius in direzione Marsiglia. Finché c’è da scaricare immigrati nei porti italiani va tutto bene, quando però si tratta di ospitare chi ‘scappa dalle guerre’ in casa propria allora ci si volta dall’altra parte. Come del resto accaduto per lo sgombero dell’accampamento di Dunkerque, a Grande-Synthe, dove vivevano circa 800 profughi nella speranza di attraversare il Canale della Manica per raggiungere il Regno Unito, o quando la Francia ha respinto oltre 40 mila immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini”. È quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI.

“Ma la cosa più assurda – prosegue Rampelli – è che proprio la Francia è la prima nazione che sfrutta i paesi africani, che specula sulla loro moneta, che arma i ribelli per una vecchia politica coloniale architettata sul gioco sporco in versione moderna. È cioè causa di quelle fughe che vorrebbe scaricare su di noi e cui non intende offrire risposta”.

Alfonso Raimo – Agenzia DIRE
www.dire.it

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