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Tregua sui rifiuti a Lampedusa, durerà fino a lunedì

In copertina: Foto d'archivio

Le montagne di rifiuti solidi urbani che in questi tre giorni si sono accumulati in giro per l’isola verranno rimosse già a partire da domattina. Così hanno deciso i lavoratori del Raggruppamento Temporaneo di Imprese al termine dei tre giorni di sciopero indetto per il mancato percepimento delle ultime tre mensilità. Una circostanza che viene perpetrata da anni nel Comune di Lampedusa e Linosa, dove i lavoratori, gli operatori ecologici, regolarmente si trovano mensilità di salario non percepite fino a che lo scontro a muso duro con tanto di sciopero non costringe le parti a porre rimedio. Le parti in questione sono la Regione Sicilia, il Comune di Lampedusa e Linosa e il RTI composto da Iseda, Sea e Seap.

All’incontro che si è tenuto alla presenza del prefetto di Agrigento, presso la Prefettura, era presente il sindaco delle isole Pelagie, Totò Martello e, oltre a rappresentanti del RTI, il sindacalista Aldo Mucci dell’Unione Sindacale di Base. Sul tavolo del tentativo di raffreddamento una proposta moderata per convincere i lavoratori a riprendere il servizio: un acconto “immediato” di 500 euro ed una mensilità intera liquidata lunedì. Di contro, il rischio di denunce a carico dei lavoratori che dovessero ostinarsi nella mancata esecuzione del lavoro oltre il terzo giorno. Una “minaccia” che, stando a quanto riferito dalla delegazione sindacale USB di Lampedusa, i lavoratori del RTI di Lampedusa e Linosa erano ben disposti a far trasformare in fatti.

Esasperati per il trattamento salariale, ormai regolare nei ritardi di varie mensilità, gli operatori ecologici avevano in un primo momento optato per lo sciopero ad oltranza consapevoli di andare incontro alla denuncia per la conseguente interruzione di pubblico servizio. La decisione è stata poi ritrattata nel corso della stessa riunione pomeridiana. Il servizio di raccolta dei rifiuti riprenderà quindi, ma solo fino a lunedì. Consapevoli del disagio che la sospensione del servizio causa all’isola di Lampedusa in special modo, che in questa settimana vede le presenze passate dalle quasi seimila dei residenti a circa quarantamila, i lavoratori si rimboccheranno adesso le maniche per togliere i rifiuti accumulatisi ovunque. Ma con una scadenza ben precisa: se lunedì non avranno evidenza del mantenimento di impegno per la parziale copertura delle tre mensilità non riscosse, i lavoratori daranno il via ad un nuovo stato di agitazione.

La situazione sull’isola ha ormai colmato la misura e per gli operatori ecologici non è più tempo di avere pazienza. Lo conferma il delegato sindacale USB di Lampedusa e Linosa, Giacomo Sferlazzo, che nel definire lo stato d’animo degli iscritti alla sigla sindacale coordinata nella provincia di Agrigento da Aldo Mucci, ricorda quella che sembra essere l’unica via d’uscita per risolvere definitivamente il problema: la municipalizzazione del servizio. Una proposta che l’USB intavola da anni nel Comune pelagico, già prima dell’amministrazione Martello. “Il costo del trasferimento dei rifiuti in Sicilia per il conferimento in discarica rappresenta circa un terzo del complessivo costo di gestione per la nettezza urbana”, ricorda Sferlazzo. Costi elevati per l’ente pubblico che paga fatture decisamente onerose per la cittadinanza, a fronte dei quali sembra venire meno il cosiddetto rischio d’impresa che si scarica sui lavoratori a cui viene negato il percepimento del salario se al RTI viene negato il saldo delle fatture.

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