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Tav, Toninelli: “Nessuno si azzardi a firmare niente. Finite mangiatoie”

“Anche sulla Torino-Lione, come abbiamo sempre detto, saranno gli impatti ambientali, sociali ed economici a dirci se ha senso o meno portare avanti un’opera nata male. Se ne vale la pena anche rispetto alla dovuta valutazione che riguarda il ‘Corridoio Mediterraneo’, la lunga tratta tra la Spagna e il confine tra Ungheria e Ucraina di cui la Torino-Lione è soltanto un segmento”. Lo scrive su Facebook Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

“Rifarsi al Contratto di Governo – aggiunge – significa voler ridiscutere integralmente l’infrastruttura in applicazione dell’accordo con la Francia. Senza preclusioni ideologiche, ma senza subire il ricatto che ci piove in testa e che scaturisce dalle scandalose scelte precedenti. È questo il principio in base al quale stiamo lavorando. Ecco perché adesso nessuno deve azzardarsi a firmare nulla ai fini dell’avanzamento dell’opera. Lo considereremmo come un atto ostile”. “Questo Governo, statene certi, ha messo fine – dice ancora – alle mangiatoie e ai comitati d’affari. Le opere si fanno se servono ai cittadini, non a chi le costruisce. Agiamo con un solo obiettivo: migliorare la qualità degli spostamenti e quindi della vita degli italiani”.

“RABBIA E DISGUSTO PER SPERPERO DENARO PUBBLICO”

“Quando studio dossier come quello della Tav Torino-Lione, non posso che provare rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani. È stato enorme lo sperpero di danaro pubblico per favorire i soliti potentati, certe cricche politico-economiche e persino la criminalità organizzata”, dice ancora Toninelli su Facebook.

“Ricordate quel ‘prenditore’ che al telefono diceva ‘ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocità’? Bene – aggiunge – è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito di una inchiesta su una cosca della ‘ndrangheta che aveva messo le mani sugli appalti per i lavori preliminari del Tav”.

“Se non lo sapete già, vi dico – dice ancora il ministro – che la parte internazionale della Torino-Lione in teoria dovrebbe costare complessivamente 9,6 miliardi, suddivisi fra Unione europea al 40%, Italia al 35% e Francia al 25%. Qualcosa, per la verità, si è provato a risparmiare, ma già nel 2007 c’erano importanti economisti e Centri studi che prevedevano una spesa finale tra i 17 e i 20 miliardi di euro. Certificati poi dalla Corte dei Conti francese che, nell’agosto del 2012, indicò la colossale cifra di 26,1 miliardi, citando le ultime stime del Tesoro transalpino. Una enormità”.

“A seguito dei primi accordi, il costo dell’opera – sottolinea- risultò particolarmente gravoso per il nostro Paese, malgrado insistano sull’Italia soltanto 12,5 chilometri dei 57,5 del tunnel di base del Moncenisio. Uno degli aspetti più scandalosi sta proprio lì: i nostri governanti del tempo, stiamo parlando dei primissimi anni Duemila, decisero di accollarsi la parte maggiore delle spese per convincere la Francia, che era giustamente riluttante rispetto alla costruzione dell’opera. Anche perché negli ultimi venti anni lo scambio di merci tra Italia e Francia ha avuto una discesa costante”.

PIPPO CIVATI: GOVERNO DEL CAMBIA-NIENTE VA AVANTI COI LAVORI

“I 5 Stelle stanno scrivendo un vero capolavoro: la ballata delle promesse storiche tradite. Prima la retromarcia sugli F-35, e le spese militari nel suo complesso, poi il passo indietro sul Tap in Puglia e ora viene rinnegata anche la madre di tutte le battaglie politiche del Movimento: lo stop alla Tav. Il ministro Toninelli ha spiegato che i lavori andranno avanti: nelle sue parole c’è solo un riferimento a non meglio identificati miglioramenti del progetto. Una frase generica, che si nasconde dietro la formula ‘analisi costi-benefici‘. Insomma, siamo al governo del cambia-niente”. Lo dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile.

“Toninelli – aggiunge Civati – usa proprio la stessa espressione che aveva usato Renzi ‘io non l’avrei fatto, ma‘. E come per il Governo precedente si va avanti. Resta da chiedersi come si possa fare un’intera campagna elettorale dando per scontate cose irrealizzabili e poi, una volta al Governo, negare completamente le promesse fatte”.

Agenzia DIRE
www.dire.it
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