Open Arms contro il Governo italiano, Salvini vacilla e la Guardia Costiera tricolore viene mortificata

La superstite Josepha è stata condotta in un luogo sicuro: lontano dall’Italia e dalla Libia. La Guardia Costiera italiana con l’ombra della “complicità” per omissione secondo le accuse di Open Arms. Un parlamentare italiano, Erasmo Palazzotto, attacca il Governo italiano dalla Spagna

La donna ed il bambino vittime della guardia costiera libica, recuperati da Open Arms e sbarcati a Palma di Maiorca

A Palma di Maiorca c’è anche Erasmo Palazzotto, eletto con Liberi e Uguali al Parlamento italiano. Sembra uno dei soccorritori della Ong catalana Proactiva Open Arms, parla in spagnolo e manifesta tutta la rabbia che esternerebbe uno qualunque tra i volontari a bordo della nave da soccorso. Come Marc Gasol, campione di Nba imbarcatosi sulla Open Arms ed oggi anch’egli in conferenza stampa a testimoniare la realtà del Mediterraneo centrale. Gasol si sofferma sulla violenza subita già solo dai testimoni oculari. Racconta del bambino che “sembrava” dormisse, morto di ipotermia dopo il passaggio della sedicente guardia costiera libica sul luogo della tragedia a circa 80 miglia dalla Libia ed altrettanti dal primo lembo di territorio italiano, quindi europeo. Palazzotto cita più volte l’Italia, “il mio Paese”, nel corso del suo intervento duro e diretto. Il parlamentare italiano spiega ai presenti che il Governo italiano pretende di definire quella libica una “guardia costiera” e di fare accordi con essa, mentre non si tratta d’altro che di milizie locali che spesso coincidono con gli stessi trafficanti. Lo stesso Erasmo Palazzotto accusa il proprio Paese, l’Italia adesso governata dal duo Di Maio-Salvini, di aver partecipato alla guerra che nel 2011 rese la Libia l’attuale Stato diviso in regioni, fazioni e milizie diverse ed in conflitto tra esse.

Open Arms con Erasmo Palazzotto e Marc Gasol al Tribunale di Palma di Maiorca

Oscar Camps apre senza mezzi termini la conferenza stampa e non le manda a dire. Una denuncia è stata presentata dalla Ong presso il Tribunale di Palma di Maiorca a carico del capitano del mercantile Triades e della sedicente guardia costiera libica; quella che si stupisce del clamore suscitato dall’aver abbandonato una donna ed un bambino in mare visto che, come dichiarano, erano già morti. Omettendo ovviamente un piccolo particolare: c’era anche un terzo corpo tra i rottami del gommone, ed era ancora in vita. Ma destinatari della denuncia depositata a Palma di Maiorca alla presenza anche del capitano della Open Arms, del campione Marc Gasol e del parlamentare italiano Erasmo Palazzotto, sono anche quanti sanno cosa è accaduto e stanno omettendo le proprie informazioni dimostrando complicità con gli assassini libici. Il riferimento, neanche velato ma esplicito, con nome pronunciato in sala stampa, è alla Guardia Costiera italiana. Il corpo italiano dello Stato che per 153 anni non ha fatto altro che maturare meriti e prestigio, finisce adesso sul banco degli imputati per complicità in omissione di soccorso o addirittura di omicidio.

Josepha, superstite della tragedia su cui è fortunatamente intervenuta Open Arms, appena salvata ed ancora sotto choc

Lo scontro è ormai ai ferri corti e la politica inqualificabile di Salvini, citato in conferenza da Camps solo con la qualifica all’interno del Governo italiano, sta producendo un effetto che adesso mina pesantemente la tenuta del Governo italiano ed anche il buon nome del Paese. La Ong ha rifiutato di far sbarcare la superstite Josepha in Italia, come proposto, e l’ha condotta in un Porto Sicuro: in Spagna. Così definito porto non sicuro l’Italia, manifestati fondati timori per l’incolumità della superstite Josepha e per la libertà di testimoniare la verità sulla tragedia a lei ed ai suoi compagni di viaggio occorsa, la Open Arms ha messo l’Italia sulla gogna e l’Unione europea in forte imbarazzo. Lo ha fatto a distanza di sicurezza, dalla Spagna. Da casa. L’Italia di Salvini e di Minniti prima di lui, quella degli accordi con la Libia e con i suoi guardacoste-trafficanti di esseri umani, quella delle deleghe ai libici che abbandonano persone in mare o le uccidono o ancora le trascinano in mare mettendo il motore delle loro motovedette ex Guardia di Finanza avanti tutta oppure ancora che sparano dritto sugli scafi dei soccorritori come Open Arms o al tempo Medici Senza Frontiere, dovrà adesso difendersi senza poter in alcun modo influenzare il corso delle indagini ed il giudizio all’esito del quale potrebbe doversi dimettere il ministro degli Interni o l’intero Governo italiano. Un Governo che, in fondo, fin qui non ha dimostrato alcun “cambiamento” ma ha confermato incapacità e indole propagandistica fine a se stessa, rendendosi probabilmente anche complice di omicidi e violazioni dei Diritti Umani perpetrate nel tempo a discapito della propria stessa Costituzione oltre che in totale spregio del valore delle vite umane.

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