Theresa, la Brexit e l’illusione del “nuovo miracolo inglese”

Le osservazioni di Massimo Costanza

di Massimo Costanza

“Non sarà più permesso alle persone di arrivare dall’Europa nella remota possibilità che possano trovare un lavoro”.
A dirlo a chiare lettere è una Theresa May fiera ed impettita nel suo orgoglio nazionalistico tutto british.
E che sarà mai direte voi? Alla fine questa signora non fa altro che proteggere i propri confini da un’invasione di extracomunitari clandestini (perché poi pare che post Brexit ogni cittadino non britannico questo sia diventato…).
Strano però, perché ho una infinità di amici di vecchissima data che risiedono da decenni in Inghilterra. Professori universitari, ingegneri, medici, dentisti. Tutti egregi professionisti che hanno saputo guardare oltre ottenendo risultati personali eccelsi e spesso rappresentando un grande valore aggiunto dentro le aziende per le quali hanno lavorato o lavorano ancora.
La mia fortuna però è stata quella d’aver avuto la possibilità di crescere con tante tipologie di persone e, come tale, conosco ed ho conosciuto moltissimi ristoratori, pizzaioli, giardinieri, infermieri, elettricisti e camerieri che si sono trasferiti in Inghilterra mollando quel poco che avevano qui.
Anche loro con grande fatica hanno sudato ed ottenuto risultati eccelsi nei loro settori.

Ed allora delle due l’una:
O gli inglesi si sono tutti rincoglioniti folgorati sulla via “antieuro” da tempo intrapresa dentro le loro mura oppure – e mi viene da pensarlo con fortissimi indizi a tal riguardo – questa scelta della Brexit in fondo tanto furba non si è rivelata per loro.

Se da un lato migliaia di giovani di tutta Europa partono spesso senza arte né parte per la Gran Bretagna per finire in un fast food o alla meglio a far consegne e vivere, ops sopravvivere, in uno dei tanti e popolosi sobborghi della city (Hanckney, Brixton o Harlesden per citarne alcuni), dall’altro fior di professionisti mossi dal legittimo desiderio di non vedere vanificati i loro sforzi e le loro ambizioni, non sentendosi minimamente attratti da ciò che il sistema universitario post laurea o aziendale italiano offre, approdano in Inghilterra dimostrando il loro grande valore con buona pace di chi li accoglie.
Ma il punto vero a mio avviso è questo: può una Nazione accogliere unicamente alta specializzazione trascurando l’equilibrio di forze con la manovalanza e bloccandone gli arrivi ed i flussi?
Può un’economia basata sui soli colletti bianchi reggersi e progredire? Sarà ma a me questa storiella ricorda tanto quella raccontata da un signore supersorridente che nel lontano ’94 dagli studi di una sua televisione milanese cominciò a convincerci che 10 milioni di italiani potevano stare dietro ad una scrivania…per un nuovo miracolo italiano!
Di quel miracolo onestamente io ancora non ho visto traccia…mi consenta!!!

PS
Continuando a perdere pezzi, il Governo May rischia di lasciare la povera Theresa disoccupata. Sia chiaro che noi di inglesi in cerca di lavoro in Italia non ne vogliamo, soprattutto se sono ex primi ministri! (Ne abbiamo già troppi nostrani)

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