Se la Ue criminalizza i migranti e aiuta i terroristi

Hassane Boukar, animatore dell’associazione locale Alternative Espace Citoyen, racconta all’Agenzia DIRE le conseguenze delle politiche europee in Africa con i maggiori rischi riguardanti terrorismo e islamismo

di Giulia Filpi

In Niger le politiche migratorie intraprese sotto la pressione delle istituzioni europee “hanno contribuito a destabilizzare il fragile equilibrio sociale che vivono alcune regioni”. A sottolinearlo in un’intervista scritta rilasciata all’agenzia ‘Dire’ è Hassane Boukar, animatore dell’associazione locale Alternative Espace Citoyen. “Dal momento che la migrazione era, fino al passato recente, una fonte importante di reddito per la regione – sottolinea Boukar – la sua criminalizzazione lascia senza lavoro numerosi giovani che diventano preda facile per venditori di illusioni d’ogni tipo, compresi terroristi e islamisti”.

In particolare, Boukar risponde a una domanda sulla possibilità, ventilata la settimana scorsa dal Consiglio europeo, di istituire centri per la valutazione delle domande di asilo. L’attivista si riferisce in particolare all’area di Agadez e parla dei migranti che hanno raggiunto in massa la città nigerina, spinti da voci diffuse negli ultimi mesi secondo cui la Francia starebbe già selezionando le richieste d’asilo sul posto e garantirebbe passaggi sicuri verso l’Europa. “La presenza, per una durata più lunga del normale, di migranti che si riversano in città con la speranza di essere selezionati – scrive Boukar – crea conflitti con gli abitanti locali, come nel caso dei sudanesi”. Negli ultimi mesi ad Agadez ne sarebbero arrivati circa 2mila, ha riferito nel fine-settimana il quotidiano inglese ‘The Guardian’, in un articolo che solleva ombre sull’ipotesi europea di valutare le domande d’asilo in Paesi terzi.

Secondo Boukar, “l’approccio totalmente securitario che si osserva qui, dove anche la migrazione è confusa con un problema di sicurezza, è un pretesto per portare ostacoli alla libera circolazione un po’ ovunque nella zona del Sahel”. L’attivista continua: “Il Niger ha già dimostrato di essere pronto a fare il lavoro sporco per l’Europa, ma questo non risolverà niente per i migranti determinati a sfuggire alle loro condizioni di vita”. E gli europei? “Per loro è solo un modo di sottrarsi dal loro obbligo di affrontare l’arrivo dei migranti nei loro Paesi” risponde Boukar. “Subappaltano la questione a Paesi africani, che potranno occuparsene solo a costo di enormi violazioni dei diritti dei migranti, spesso lontano da telecamere e Ong”.

Giulia Filpi – Agenzia DIRE
www.dire.it

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