Roberto Calvi, 18 giugno 1982. Un mistero lungo 36 anni

I nomi che verranno legati a quello di Roberto Calvi appartengono all’establishment dei “poteri forti” internazionali. Il banchiere italiano viene rappresentato anche nel terzo atto del film “Il Padrino”, ultimo atto della trilogia scritta da Mario Puzo e diretta da Francis Ford Coppola

Un corpo penzola sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra. L’aria che si incanala sul Tamigi e passa sotto gli archi del ponte lo fa ondeggiare lievemente. L’immagine è quella di una copertina da libro giallo di sicuro effetto, ma non è un romanzo e quel corpo ondeggia per davvero tra i misteri che dopo 36 anni non sono ancora stati disvelati. Logge massoniche, servizi segreti, interessi economici dei potenti della Terra, Chiesa, Magistratura, mafia…c’è tutto dietro quel corpo che pende giù dal Ponte dei Frati Neri di Londra. Quello è il corpo di Roberto Calvi.

Roberto Calvi è un uomo di banca. Nasce a Milano nel 1920, figlio di un dipendente della Banca Commerciale Italiana. Lavora in banca sin dal primo impiego e scala posizioni e qualifiche fino a diventare, partendo da semplice impiegato, il presidente del Banco Ambrosiano. Calvi è laureato alla Bocconi di Milano, conosce le banche dalla sua nascita e conosce il denaro. Sa come funziona. Ed in tanti, nel mondo che conta, del potere economico finanziario e non solo, sanno che Roberto Calvi sa come funziona il denaro. La mattina del 18 giugno del 1982 però Roberto Calvi viene trovato impiccato al Ponte dei Frati neri di Londra, e quel giorno ha inizio uno dei grandi misteri italiani su cui probabilmente non si conoscerà mai la verità.

Il banchiere italiano viene rappresentato anche nel terzo atto del film “Il Padrino”, ultimo atto della trilogia scritta da Mario Puzo e diretta da Francis Ford Coppola. Un uomo che molto ricorda fisicamente Roberto Calvi viene “suicidato” sotto un ponte di Londra per aver sbagliato nei confronti dei poteri con cui aveva a che fare per i suoi affari. E negli atti del processo sulla morte di Roberto Calvi di nomi che fanno tremare anche dopo 36 anni ce ne sono davvero tanti. Già a partire dal giorno del ritrovamento del corpo del faccendiere con 15mila dollari e dei mattoni nelle tasche. Per la giustizia inglese è un semplice caso di suicidio, ma sei mesi dopo l’Alta Corte riaprì il caso annullando la sentenza.

Le indagini sul caso Calvi proseguirono per decenni e parallelamente nelle Procure e sulle pagine di giornali e libri. Indagini che coinvolsero tutto ciò che di potente, corrotto e potente e corrotto insieme si poteva immaginare. Il nome di Roberto Calvi incrocia infatti quello di Flavio Carboni, esponente di spicco della loggia massonica P2, che lo aiuterà a raggiungere Londra dopo un incontro avvenuto il 9 giugno 1982 a Roma. I nomi che verranno legati a quello di Roberto Calvi saranno di calibro altrettanto preoccupante. Tra questi scorrono quello di Licio Gelli, Gran Maestro della loggia massonica Propaganda 2 (Loggia P2, ndr) a cui Flavio Carboni era legato, poi quello del mafioso siciliano Pippo Calò, della Banda della Magliana, di Michele Sindona, i terroristi di Prima Linea, Bettino Craxi, lo IOR (Banca nazionale del Vaticano), il mandamento mafioso siciliano dei Corleonesi, Giulio Andreotti, e forse altri nomi direttamente o indirettamente collegati a quello dell’uomo del Banco Ambrosiano.

Roberto Calvi, che secondo la frettolosa ricostruzione della giustizia inglese si era suicidato con dei mattoni in tasca impiccandosi sotto il Ponte dei Frati Neri al termine della sua fuga dall’Italia, aveva le mani legate dietro la schiena.

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