Stadio della Roma, il progetto rischia lo slittamento “a tempo indeterminato”

James Pallotta ottimista sulle sorti del nuovo stadio della Roma. Dubbi sui tempi per la ripresa dell’iter. La Roma è risultata completamente estranea ai fatti che hanno portato all’arresto di nove persone

di Emiliano Pretto

L’iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, nonostante l’ottimismo manifestato oggi dal patron James Pallotta, rischia di fermarsi. Forse non definitivamente, ma certamente a data da destinarsi. È vero, come detto dagli inquirenti l’iter approvativo del progetto “non è oggetto del procedimento”. Ed è altrettanto vero che la Roma e i suoi dirigenti escono puliti da questa storia essendo stati giudicati dai Pm “totalmente estranei alla vicenda”. Ma c’è un macigno sul cammino dell’apertura dei cantieri a Tor di Valle: l’assenza di una controparte “responsabile e nel pieno delle sue funzioni” al momento della stipula finale della convenzione tra Comune e proponenti, vista la misura restrittiva nei confronti del costruttore Luca Parnasi.

A quanto apprende l’agenzia Dire, dunque, è questa la situazione relativa all’iter del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle a causa dell’inchiesta ‘Rinascimento’ scattata questa mattina. Lo scenario è quello di uno stallo. Con Parnasi fuori gioco, nonostante la presenza in forza della Roma, sarà infatti molto difficile arrivare all’apertura dei cantieri in tempi brevi. In attesa dell’eventuale arrivo di un curatore, la società Eurnova, di proprietà dell’imprenditore romano in manette, si ritrova infatti senza responsabili in grado di chiudere la partita burocratica, apporre qualsiasi tipo di firma, e quindi avviare i cantieri veri e propri.

Mentre c’è poi chi tifa per bloccare tutto, in primis alcune associazioni ambientaliste, c’è anche un altro elemento che causerà l’inevitabile allungamento dei tempi fino a data da destinarsi. Le attuali norme anti corruzione prevedono che, in presenza di un caso come quello in esame, gli uffici, in questo caso quelli comunali del dipartimento Urbanistica, siano obbligati a sospendere l’iter autorizzativo. Questo da un lato toglierà l’imbarazzo ai dirigenti capitolini di controfirmare un progetto i cui responsabili sono finiti sotto inchiesta. Dall’altro allungherà i tempi dedicati al passaggio delle controdeduzioni, che si era aperto ieri e la cui durata è di 30 giorni. L’ultimo passaggio, peraltro, prima della firma della convenzione finale e dell’adozione dell’Assemblea capitolina. Insomma, forse l’inchiesta ‘Rinascimento’ non causerà la morte del progetto del nuovo stadio della Roma, ma di certo porterà a un suo slittamento a tempo indeterminato.

Emiliano Pretto – Agenzia DIRE
www.dire.it

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