Merkel fa un passo indietro su UE e due verso l’Italia

Un fondo di sostegno per i Paesi economicamente più deboli e la revisione del regolamento di Dublino perché l’Italia è stata lasciata sola dal 2011, sono le proposte della Germania dal 3 giugno ad oggi

Proposto oggi un budget interno alla zona euro per investimenti negli stati membri più deboli. Lo scopo della proposta è di migliorare lo stile di vita delle persone in questi Paesi e rafforzare la convergenza tra i paesi che utilizzano la moneta unica. Una proposta che arriva direttamente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. La stessa che due giorni dopo il giuramento del Governo Conte, l’ennesimo Governo “populista” in Stati membri dell’Unione europea che vuol rivedere drasticamente i trattati, nel corso di una intervista asserendo che l’Italia sul fronte migratorio è stata lasciata sola. Dal 2011, precisa Angela Merkel. “Parte dell’insicurezza in Italia – ha puntualizzato la cancelliera tedesca – ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti”. Oggi Lussemburgo ospitava la riunione dei ministri dell’Interno dell’Unione europea ed al centro dell’ordine del giorno c’era proprio la politica in materia di frontiera ed accoglienza. Non poteva però partecipare il ministro dell’Interno italiano perché impegnato con il voto di fiducia al Senato, oggi ed alla Camera domani.

D’un tratto quindi anche presso la Cancelleria tedesca arriva l’idea che il regolamento di Dublino così come è non va bene e che i Paesi in difficoltà economica non possono essere abbandonati ad un avvitamento economico che rappresenti una recessione permanente. Per quanto concerne la Dublino, l’Italia a maggioranza M5S-Lega rappresenta adesso solo l’ultimo – anche se uno dei più influenti – degli Stati membri che promettono battaglia per la revisione dell’attuale accordo. Tra i Paesi che in assoluto spingono più degli altri sulla riforma della Dublino ci sono i membri del gruppo Visegrad, cioè Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. L’unico problema è che il gruppo Visegard è addirittura contrario alla spartizione dei migranti. Un gioco allo scaricabarile che va a discapito di Paesi come l’Italia, la Grecia e la Spagna che, più degli altri sono esposti al flusso migratorio e che dei migranti sono tenuti a farsi carico per dovere morale e civile. Alla questione Dublino si aggiunge però adesso anche l’apertura della Germania sulla politica economica con la proposta di un compromesso rappresentato dal “fondo per i Paesi deboli”.

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