Luigi Calabresi, 17 maggio 1972

Nel periodo antecedente il suo assassinio, il commissario Luigi Calabresi, partendo da sue indagini sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli, dilaniato da una bomba che l'editore stava collocando su di un traliccio, stava investigando su di un traffico internazionale di esplosivi e di armi che sarebbe avvenuto attraverso il confine triestino e quello svizzero

In copertina: Luigi Calabresi, ucciso da un commando di Lotta Continua il 17 maggio 1972

di Roberto Greco

Sono le 9:15 del 16 maggio 1972. Siamo a Milano. Luigi Calabresi è appena uscito di casa e sta percorrendo via Cherubini. Si dirige verso la sua automobile per andare in ufficio. All’altezza del numero civico 6, due killers lo sorprendono alle spalle. I colpi di una Smith & Wesson, caricata con proiettili calibro 38, raggiungono prima la schiena poi la testa. Luigi Calabresi fu immediatamente soccorso ma sarà dichiarato morto all’ospedale. Chi è Luigi Calabresi? Perché viene ucciso sparandogli alle spalle?

Luigi Calabresi, classe 1937, romano, nel 1965 vince il concorso per vicecommissario di Pubblica Sicurezza. Dopo il corso di formazione, prende servizio alla Questura di Milano. Prima all’Ufficio Politico, nel 1967 guida le forze di Polizia durante lo sgombero dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, primo atto di lotta studentesca che da il via al ’68 italiano. La sua carriera prosegue diventando prima Commissario Capo poi Vice capo dell’Ufficio Politico della Questura di Milano. Il 15 dicembre 1969, Giuseppe Pinelli precipita dalla finestra dell’ufficio di Calabresi, dal quarto piano della Questura di Milano. Le ipotesi di suicidio, smentite da due istruttorie della magistratura, trasformarono Calabresi in un capro espiatorio. Anche se le successive inchieste dimostrarono che non era presente nella stanza dell’interrogatorio al momento della caduta, Calabresi divenne il bersaglio di una martellante campagna di denuncia, anche da parte d’intellettuali di sinistra, che sfociò nella pubblicazione, il 13 giugno 1971 sul settimanale l’Espresso, di un appello contro il commissario Calabresi. L’appello contò 757 firmatari. Nel periodo antecedente il suo assassinio, il commissario Luigi Calabresi, partendo da sue indagini sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli, dilaniato da una bomba che l’editore stava collocando su di un traliccio, stava investigando su di un traffico internazionale di esplosivi e di armi che sarebbe avvenuto attraverso il confine triestino e quello svizzero. In relazione a questo traffico illegale vennero collegati i nomi di alcuni estremisti di destra tra cui Gianni Nardi, terrorista neofascista membro delle Squadre d’Azione Mussolini. Solo dopo molti anni, a seguito delle ancor dubbie dichiarazioni del pentito Leonardo Marino, esecutori e mandanti furono individuati, oltre che nello stesso Marino, in Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani, e Adriano Sofri, tutti esponenti di Lotta Continua.

Luigi Calabresi era nato a Roma il 14 novembre 1937. Funzionario di Pubblica Sicurezza, fu ucciso da un commando di “Lotta Continua” il 17 maggio 1972. Lasciò la moglie Gemma, incinta del piccolo Luigi che nascerà solo dopo qualche mese, oltre ai due figli Mario e Paolo.

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