Via Ruggero Fauro, 14 maggio 1993

Quella sera, a Roma, la mano armata dei mafiosi Graviano e Messina Denaro, mise sulla bilancia della “trattativa stato-mafia” circa 110 kg di tritolo

In copertina: la Mercedes su cui viaggiavano Maurizio Costanzo e Maria De Filippi la sera del 16 maggio 1993

di Roberto Greco

Siamo a Roma, nel quartiere Parioli. Sono passate da poco le 21:30. Maurizio Costanzo e Maria De Filippi sono nell’auto che li sta portando a casa dopo un pomeriggio di registrazioni presso il teatro Parioli del “Maurizio Costanzo Show”. A causa di un disguido, non è la solita Alfa romeo 164, che li va a prendere. Quella sera, Costanzo e la De Filippi viaggiano su una Mercedes blu, seguita dall’abituale Lancia Thema con due uomini di scorta. L’auto sta percorrendo via Ruggero Fauro. Alle 21:35, poco dopo aver attraversato l’incrocio con via Boccioni, una forte e fragorosa esplosione porta tutto, all’improvviso, nel silenzio. Nessun morto, qualche ferito e diverse auto rovinate dall’esplosione. Una conduttura del gas, si pensa, anche se il fronte dei palazzi dei civici 60, 62 e 64 e la scuola sita in via Boccioni portano evidenti i segni della grossa deflagrazione. Solo nella notte, il dottor Manganelli della Polizia di Stato, informerà Maurizio Costanzo che si è tratto di un attentato ai suoi danni. Per la prima volta, Cosa Nostra, esce dalla Sicilia e compie un attentato in grande stile. E’ il periodo in cui, lo rivelano gli atti del recente processo sulla cosiddetta “Trattativa Stato-mafia”, la mano armata dei mafiosi Graviano e Messina Denaro, mise sulla bilancia circa 110 kg di tritolo.

Maurizio Costanzo fu considerato un obiettivo da Cosa Nostra a causa del suo impegno antimafia in televisione. In particolare, fu la maratona di cinque ore contro la mafia, in onda su due reti televisive concorrenti, Rai3 e Canale5, il 26 settembre 1991, un mese dopo l’assassinio di Libero Grassi ad “infastidire” la cupola mafiosa siciliana. Maratona televisiva alla quale partecipò anche Giovanni Falcone, con collegamenti da Milano, Palermo e Reggio Calabria. La maratona iniziò alle venti e trenta su Rai3, con il programma “Samarcanda” condotto da Michele Santoro, e continuò dalle ventitré sino all’una di notte su Canale5 con il “Maurizio Costanzo Show”. L’attentato ai danni del giornalista venne progettato nel periodo settembre-ottobre 1991 da Salvatore Riina, durante una riunione a Castelvetrano. A questa riunione erano presenti oltre a Totò anche Vincenzo Sinacori, Matteo Messina Denaro, i fratelli Graviano e Mariano Agate. Per la mancanza di vittime e per i danni gravi ma non disastrosi, cornicioni crollati e un muro di recinzione di una scuola abbattuto, spesso si parla di fallito attentato di via Fauro. Si insiste sul fallimento dell’attentato specialmente inquadrandolo nella scia degli altri attentati del ’92-’93 che provocarono la morte di 21 persone, tra cui Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le loro scorte, oltre a gravi danni al patrimonio artistico, principale obiettivo di alcuni attentati, come nel caso della strage di via dei Georgofili.

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