Lacrimogeni israeliani sui palestinesi: 30 feriti

Il giorno della tappa israeliana del Giro d’Italia si spara ancora al confine con la Striscia di Gaza in cui i palestinesi chiedono un territorio per una patria: uno Stato di Palestina

In copertina: La Marcia di Ritorno sotto il fuoco di Israele

La “Marcia del ritorno” ha avuto inizio il 30 marzo e da quella data sono già oltre 40 i palestinesi uccisi. Il luogo dello scontro impari è la linea di confine tra la Striscia di Gaza e lo Stato di Israele, dove militari armati e cecchini sono pronti a sparare su chiunque provi anche solo ad avvicinarsi alla rete che separa i due territori. Ieri le armi israeliane hanno colpito ancora. Questa volta è stato un copioso lancio di lacrimogeni a far contare feriti tra i palestinesi. Dieci sarebbero stati colpiti direttamente dalle capsule lacrimogene, venti intossicati dal gas sprigionato.

Una giornata di eventi che si svolgevano sotto i riflettori delle buone pratiche mondiali, ma con scontri ed odio alle spalle, dietro le quinte. Il Giro d’Italia, con la sua tappa inaugurale “Gerusalemme-Gerusalemme” che vede così l’assurda partenza del tour di una nazione dalla capitale non riconosciuta dalle Nazioni Unite di un’altra nazione, è stato l’evento da prima pagina di ieri. Giorno in cui al confine con la Striscia di Gaza si consumavano nuovi scontri tra le forze israeliane ed i palestinesi. Nel contesto appena descritto si innestano due ricorrenze: da una parte il 70° anniversario del costituito Stato d’Israele, i cui confini nel 1948 erano ben più contenuti di quelli attuali ed illegalmente conquistati, e dall’altro il 70° anniversario dell’esodo palestinese. Dopo settanta anni l’anniversario viene adesso celebrato con il simbolico opposto cammino dell’esodo, la Grande marcia di ritorno, e con l’allontanamento forzato che viene replicato dalla parte ebraica del confine.

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