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I tiranni e gli eroi, dalla cultura contadina alla cultura della globalizzazione

In copertina: il professor Nino Alongi, morto il 26 novembre 2014

di Roberto Greco

“Chi scorre la storia siciliana con intenti di ricercatore non tarda ad imbattersi in figure che lo riempiono di meraviglia, e tanto contrastano con il torpore diffuso e consueto”, queste sono le parole di Sebastiano Aglianò – scrittore e critico letterario siracusano – che il professor Nino Alongi amava ripetere e che ora si trovano come citazione prima di avventurarsi nel suo imponente, ma godibilissimo, La Sicilia nel mondo globalizzato. Uscito postumo per Rubettino, è l’ultimo lavoro che il grande autore ed intellettuale palermitano ci lascia, quasi una sua eredità culturale. Il sottotitolo non lascia adito a dubbi o sospetti. Settant’anni di cronaca siciliana il cui sottotitolo – I tiranni e gli eroi. Viaggio nella memoria (1943-2013) – anticipa le tematiche care ad Alongi.

La copertina dell’ultimo libro, postumo, di Nino Alongi

La memoria. Per questa ragione, nel 2008, ci incontrammo. Il motivo del nostro incontro era legato alla citazione di Aglianò. Nelle nostre lunghe chiacchierate, le sue parole raccontavano una Sicilia fatta di falsi miti e falsi eroi, ma anche di persone perbene che avevano dovuto pagare prezzi indicibili. In quel momento, non mi potevo più accontentare della cronaca o del già scritto. Cercavo pezzi di vita vissuta. I nostri incontri terminarono, la sua malattia progredì e, il 26 novembre 2014, il professor Nino Alongi affidò al suo ultimo libro, il compito di ricordarlo. Raccontato con la sua passione politica e con il suo sguardo disincantato e denso della sua sottile ironia, il libro narra le mutazioni sociali, economiche e professionali dell’isola, mettendo in evidenza i peggio e i meglio degli scontri socio-culturali che hanno dominato la Sicilia negli ultimi settant’anni. I protagonisti della cronaca non sono solo i politici, i politicanti e i corrotti, nonostante le pagine dei giornali e dei libri siano piene delle loro storie. Finalmente troviamo uomini, donne, individui pieni di amore per la Sicilia e per La Felicissima, quella Palermo che “suos devorat alienos nutrit” (divora i suoi e nutre gli stranieri). Domani alle 18:30, a Palermo, presso Palazzo delle Aquile, sede della municipalità, nell’Aula Consiliare, La Sicilia nel mondo globalizzato verrà presentato dal professor Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, dal giornalista Salvatore Butera, dal Padre redentista Nino Fasullo – direttore della rivista Segno, su cui il professor Alongi ha scritto per molto tempo – e Antonio La Spina, docente di Sociologia presso l’università LUISS di Roma.

Il professor Nino Alongi

Nino Alongi era nato a Palermo nel 1935. Giornalista, docente, autore, politico e intellettuale è vicino agli ambienti cattolici sin da giovane. La sua avventura sociale, che poi si trasformò in politica, maturò all’interno delle ACLI, le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, in quel momento in fase di grande sviluppo e animatrice di promozione umana. Dirigente delle ACLI, s’impegnò in prima persona nel movimento Città per l’uomo, un movimento organizzato dal basso, la cui prima incubazione si deve a Padre Pintacuda del Centro Arrupe. L’impegno del professor Alongi si profuse anche per quel periodo socio-politico denominato la primavera di Palermo, che vide il doroteo Leoluca Orlando guidare una giunta illuminata che aveva a cuore il bene comune. È stato, per oltre dieci anni, editorialista dell’edizione palermitana del quotidiano La Repubblica. Nel 1997 ha pubblicato Palermo, gli anni dell’utopia, cui seguì, nel 2002, La politica delle tribù: tre anni di cronaca siciliana. Nel 2010 era uscito il suo In attesa del giorno. La pubblicazione del suo ultimo lavoro si deve all’instancabile dedizione della sorella, la professoressa Maria Alongi.

Roberto Greco:
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