Altre 23 vittime della tratta nel Mediterraneo centrale

Due barche soccorse sabato al largo della Libia da cui sono state salvate 160 persone. Dopo lo sbarco a Pozzallo l’OIM ha reso nota la tragedia che vede 4 donne e 17 uomini dispersi e due bambini morti

In copertina: Un gommone soccorso da SOS Mediterranee. Foto di repertorio (Ph: Laurin Schmid)

Sarebbero 23, secondo l’OIM, le ultime vittime della tratta di migranti nel Mediterraneo centrale. La tragedia risale a sabato, ma le testimonianze lo hanno rivelato dopo lo sbarco nel porto di Pozzallo, in Sicilia. Gli episodi riguardano due imbarcazioni, una in legno ed un gommone. Sulla barca in legno dovevano esserci 51 persone, ma 21 risultano disperse. Si tratta di quattro donne e diciassette uomini. Due bambini invece sono stati trovati morti a bordo del gommone su cui viaggiavano 132 persone. La nuova, ultima, tragedia sulla rotta migratoria nel Mediterraneo centrale è avvenuta sabato 3 marzo al largo della Libia.

Da giorni non si hanno più notizie sul flusso migratorio che salpa dalla costa della Libia. Le ultime notizie risalgono a metà febbraio e riguardano circa trecento migranti bloccati in mare dalla Guardia Costiera libica e riportati a terra. Il dato del Ministero dell’Interno vede una riduzione del 75% circa degli arrivi di migranti dalla Libia rispetto al periodo che va dal primo gennaio al 6 marzo del 2017. Sensibilmente più alto resta invece il numero delle vittime rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2017, tra il primo giorno dell’anno ed il 6 marzo, sono arrivate dalla Libia 15.239 persone. Nel medesimo periodo del 2018, quindi dal primo dell’anno ad oggi, i migranti provenienti dalla Libia ed arrivati in Italia sono invece 3.739. Le proporzioni generali degli arrivi comparati tra il 2017 ed il 2018 sono pressoché uguali: 15.843 migranti sbarcati in Italia tra il primo gennaio ed il 6 marzo 2017 contro i 5.334 dello stesso periodo di quest’anno.

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