Rosatellum o minchiatellum?

Le osservazioni di Massimo Costanza

Ci siamo. Tra pochi giorni l’Italia andrà alle urne per eleggere con il tanto contestato “rosatellum” il nuovo governo (di coalizione?) che dovrà reggere, si spera per il prossimo quinquennio, le sorti della nostra Nazione. Sono passati anni di lunghissime lotte parlamentari per giungere ad una tanto auspicata legge elettorale che evitasse l’impantanamento vissuto le scorse legislature che non consentiva in alcun modo la governabilità del Paese.
Oggi invece abbiamo finalmente una legge elettorale fiammante e nuova di pacca. Oggi, grazie ad essa, garantiremo l’eleggibilità di una coalizione che condurrà in porto in acque calme per i prossimi anni il Belpaese.
Ma è davvero cosi?!
Ci sveglieremo il 5 marzo con un nuovo e saldo governo di maggioranza, oppure continueremo a navigare a vista con l’ennesimo governo pastrocchio?

Perché sapete cari amici, io qualche domandina in questi mesi preelettorali, dove ho sentito e visto tutto ed il contrario di tutto, me la sono fatta eccome e vorrei condividerla con voi:
– come mai una così tanto acclamata e sofferta legge elettorale costata agli italiani un governo e decine di mesi di dibattito parlamentare è venuta fuori cosi scandalosamente priva di quello che tutti a gran voce le chiedevano, ovvero la capacità di definire in maniera chiara chi governerà con numeri saldi il Paese?
– come mai l’elettore non ha la benché minima possibilità di esprimere una preferenza al singolo candidato di lista rischiando, qualora volesse orgogliosamente apporre la sua X al candidato di turno, la concreta possibilità di vedersi annullato il proprio voto (oltre la certezza ormai acclarata che quel candidato scritto sulla scheda non l’ha scelto lui ma qualcuno che vorrebbe decidere per lui)?
– come mai per le strade delle grandi città, cosi come per i piccoli centri, non esistono più manifesti elettorali con faccioni a profusione ma solo anonime listone preconfezionate ed in numero decisamente minore?

Queste sono solo le tre domandine “basic” che la mia capoccia continua a porsi da qualche settimana…nemmeno lo sbarramento al singolo partito al 3% ed alla coalizione al 10% mi portano a dormire sonni tranquilli. Ho la quasi certezza che questo “rosatellum” si svelerà il 5 marzo per quello che realmente è, ovvero un “minchiatellum” servito all’occorrenza alle menti grigie di turno per preconfezionare un minestrone precotto dal dubbio sapore…
No, perché, sapete cari amici, a me piace fare la spesa al mercato e comprarle singolarmente le verdure e se quella mattina mi gira che non voglio i fagioli borlotti nella mia minestra, nessuno mi deve dire perché io ho scelto la mia minestra senza i borlotti! Cacchio, quella era la mia minestra e voi mi avete obbligato a mangiare una minestra che conteneva i borlotti che avete accuratamente scelto e inserito voi! Questa non è più la minestra che volevo e che avrei scelto…mangiatevela voi!
E allora torno in me e ragiono su quel “mangiatevela voi”: mi auguro che gli italiani si tappino il naso e, a meno di gravi intolleranze alimentari, mangino la minestra precotta facendo attenzione, per quanto possibile e per quanto ci è dato fare, a scartare i fagioli borlotti perché amici miei, l’unica cosa positiva che adesso mi viene da dire su questo rosatellum è che ha abolito tonnellate di carte e volantini elettorali. Spero non abolisca anche la volontà degli italiani di scegliere il loro futuro non portandoli a votare… sarebbe in ogni caso una grandissima sconfitta!
Andate a votare amici, scartando a dovere i fagioli borlotti che non vi piacciono… se poi il minestrone vi farà dar di stomaco… come disse il buon Battisti “lo scopriremo solo vivendo!”

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