L’Italia è vintage

Editoriale di Mauro Seminara

In copertina: l'immagine simbolo degli anni di piombo (Milano, via De Amicis - 14 maggio 1977)

L’Italia è vintage:
Sembra quasi di rivederli quei jeans a zampa d’elefante indossati da ragazzi con i capelli lunghi ed i basettoni. Ma anche quegli scontri in strada quando si incrociavano i giovani comunisti e gli squadroni degli estremisti di destra. Che botte! E poi, le Brigate Rosse e Prima Linea ma anche l’Associazione Protezione Italiani e Avanguardia Nazionale. “Quei meravigliosi anni ‘70”, si direbbe se parlassimo di musica. Ma qui si parla dei tumulti degli anni ’70, degli “anni di piombo”. Il parallelismo tra la musica degli anni ’70 e i tumulti della stessa epoca, tutto sommato, ci sta tutto. Siamo felici del grande ritorno dei Rolling Stones, ormai ultrasettantenni, che in quegli anni diventavano fenomeno musicale mondiale raggiungendo anche l’Italia. Gli Stones, oggi tornati come in un film di fantascienza, accompagnavano al suon di rock’n’roll anche quell’Italia che si divideva tra giovani estremisti di destra e sinistra figli di fascismo e comunismo. Forse l’Italia è nostalgica, forse è vintage. Andiamo a Lucca a vedere il concerto dei Rolling Stones, ospitiamo in Tv il leader di CasaPound e raccogliamo le firme per Potere al Popolo! Se non siamo vintage siamo un popolo che potremmo definire in modo poco edificante.
Divide et impera:
Eravamo ancora alla guerra tra poveri che vedeva contrapporre gli italiani – prima! – agli immigrati che ci invadono, stuprano, delinquono e sostituiscono le nostre tradizioni e il nostro culto cristiano con il loro Islam. Nel frattempo però, in Italia, stava nascendo una novità che ha più di mezzo secolo: l’estremismo di destra e l’estremismo di sinistra. Una novità assoluta. L’emblema del rinnovamento culturale e politico. Schiarirsi le idee magari non è semplice ma provarci è d’obbligo. Nelle puntate precedenti stavamo alla Russia che manipolerebbe l’opinione pubblica nazionale a fini politici mediante fake news sul web e nei social media. Poi, sempre la Russia, avrebbe anche appoggiato, finanziato, aiutato insomma, la Lega di Salvini ed il Movimento Cinque Stelle di Grillo che qualcuno vorrebbe addirittura sul Britannia un quarto di secolo fa a pianificare proprio il Movimento Cinque Stelle per imbrigliare la rabbia degli italiani. Dagli Stati Uniti intanto veniva dettata tutta l’agenda politica sostanziale del nostro “Bel” Paese. Gli F-35, il raddoppio della percentuale di PIL da investire sulle armi, le missioni militari all’estero, le guerre (inclusa quella in Libia), i vaccini multi-pluri-cocktailvalenti obbligatori fino alla bellezza di dieci e tanto altro. Tutto ciò dettato da una ex superpotenza che sta tentando di minacciare militarmente quella Cina che possiede la maggioranza del debito pubblico USA e che il giorno in cui deciderà di staccare la spina potrà ridurre stelle e strisce a toppe e pezze al culo. Poi ci sono ovviamente il mainstream e la guerra alle fake news – di cui parlavamo stamattina pubblicando anche l’intervista di Byoblu a Enzo Pennetta – e il ritardo con cui gli italiani si stanno rendendo conto del fatto che domani ci piacerà soltanto ciò che ci piace adesso e ci interesserà solo ciò che ci interessa oggi. Perché, se non ve ne foste accorti, solo ciò che avete cercato o di cui vi interessate vi viene proposto dai social, dai motori di ricerca e dagli annunci pubblicitari di Google.
Matrix:
Il film dei fratelli Larry e Andy Wachowski – non originale ma tratto da cortometraggi di ideazione e produzione orientale – con Keanu Reeves, del 1999, racconta di un genere umano allevato come vegetali in un vivaio a coltivazione idroponica, a cui però viene innestato un sogno permanente. Esseri umani che credono di vivere ma che in realtà stanno solo sognando. Il primo esperimento era fallito, perché gli umani rifiutavano il mondo ideale che gli veniva proposto in sogno. Nel secondo tentativo, in “Matrix” appunto, la vita proposta in sogno era quella degli anni ’90 con tutti i suoi pro ed i suoi contro, e il genere umano si sentiva più a proprio agio senza quindi avere alcun rigetto. Potremmo in effetti rivederci alla vigilia di questo progetto Matrix in cui da casa o con i nostri smartphone vediamo e rivediamo solo ciò che qualcuno ha deciso che a noi piace e deve continuare a piacere. Calibrazione e classificazione della massa con schede personali che includono praticamente tutto: chi siamo, cosa guardiamo, cosa acquistiamo, quanto spendiamo, le nostre inclinazioni personali anche sui gusti sessuali, le nostre impronte digitali, la mappatura della nostra retina, il nostro DNA. Questo enorme e lungimirante progetto commerciale ad opera dei cosiddetti Big Data viene condotto mentre la ricerca continua a lavorare all’Intelligenza Artificiale. Quale momento migliore per rispolverare “fasci” e “compagni” e riavvolgere il nastro di cinquant’anni?
La gestazione della regressione:
Di contro, è anche giusto riconoscere l’origine fisiologica di questo rifugiarsi indietro nel tempo ed anche ammettere la ragione di un così facile avanzare spietato del privato che si eleva a Governo sovranazionale. Negli ultimi decenni il Paese Italia è stato guidato da inetti, incompetenti, inutili politicanti privi di scrupoli e corrotti dalla sete di denaro ancor prima che di potere. Gentaglia che ha lasciato il Paese indietro con le infrastrutture ferme al calendario degli anni sessanta, ha devastato la sanità pubblica, ha permesso che le conquiste della classe operaia e i contratti nazionali di lavoro divenissero carta igienica ed infine con la Costituzione ci si è pulita il culo. Secondo Eurispes gli italiani, malversati dalle conseguenze di politiche scellerate che hanno fatto accusare la crisi finanziaria del 2008 e impedito la giusta ripresa, sarebbero confusi e combattuti tra desiderio di “stabilità” e “populismo”. Ma il mainstream non ha certo pensato che il “populismo” – con cattiveria declamato facendo un inevitabile riferimento al M5S – e la “ricerca di stabilità” sono la stessa cosa e non due contrapposte, come gli italiani devono continuare a credere. Il tanto vituperato populismo, nel dettaglio delle richieste, altro non è che la pretesa attuazione della Costituzione; e populisti sono adesso tutti i partiti, nessuno escluso, impegnati in campagna elettorale. Il popolo vuole più servizi a fronte del cuneo fiscale che lo asfissia, una sanità pubblica efficiente invece di un sistema deterrente che fa da procacciatore d’affari per il business della sanità privata, contratti stabili di lavoro e redditi dignitosi con cui poter mantenere una famiglia, case popolari per chi non ce la fa con un solo reddito di fascia bassa a mantenere la famiglia invece di grandi inutili opere come la TAV Torino-Lione, eleggere i propri rappresentanti in Parlamento con preferenza diretta ed affidare a questi la formazione di un Governo. Cosa sbaglia il popolo nel pretendere ciò che i padri costituenti avevano messo nero su bianco sulla legge delle leggi? Tutte richieste “populiste” sacrosante di cui la classe dirigente se ne infischia da decenni; impegnata in missioni militari di guerre altrui, in acquisti di forniture militari “pacco” per miliardi e miliardi, in salvataggi miliardari di banche per interessi altrui, in abbandono di sovranità monetaria ed anche legislativa in favore di interessi stranieri, in tangenti, interessi miserevoli e marchette varie. Ambiente ideale per covare movimenti politici alternativi che inconsapevolmente si rifanno a libri di storia letti a testa in giù o sotto l’effetto di qualcosa che pregiudicava drasticamente la lucidità mentale.
Il rigetto:
Le ideologie non esistono più come le abbiamo conosciute ad inizio secolo. Karl Marx, Ezra Pound, Adolf Hitler e Stalin, Mao Tse-tung…di cosa si sta parlando? Il Paese capitalista più potente del pianeta è proprio quella Cina “comunista” che fu patria di Mao. La Cina sta monopolizzando il mercato mondiale distruggendo tutti i settori commerciali. In quest’epoca non esistono più destra e sinistra ed anche gli argini mondiali dei mercati sono stati rotti. Argini che erano costituiti dai confini nazionali e che la globalizzazione – valida solo per merci e valute – ha abbattuto con la libertà di chi non ha trovato nessuno ad opporsi. Globalizzazione che non a caso stava al centro del dibattito al World Economic Forum 2018 di Davos, dove tutti i capi di Stato difendevano la mondializzazione dei mercati. Amazon, Google, Facebook, Alì Babà, Lockheed Martin, FMI; sono questi i nemici da combattere con la politica e su cui ragionare pianificando il futuro. In un momento storico come questo, di pura svolta, di fine di un’era, in Italia rispolveriamo i movimenti antagonisti degli anni settanta e ricominciamo a lottare gli uni contro gli altri. Il popolo contro il popolo. Non sappiamo perché e come – se non dalla voce dei protagonisti che parlano di puro sostegno morale ed ideologico – lo Sri Lanka appoggia “Potere al Popolo!” e non sappiamo chi può essere mentore sotto mentite spoglie di CasaPound, però possiamo ipotizzare che se qualcuno avesse interesse nel destabilizzare l’Italia portandole la guerra in casa, dividendola e dilaniandola con conflitti interni, dovrebbe soltanto “alimentare” questi due movimenti ed il gioco è fatto. Non vi chiedete perché qualcuno dovrebbe avere interesse nel farlo; limitatevi ad immaginare un’Italia che arretra nel Mediterraneo, che perde la propria influenza politica ed economica, che smette di essere crocevia commerciale ed ago della bilancia nell’approvvigionamento di idrocarburi, che perde definitivamente la propria identità limitandosi a ricoprire un ruolo logistico militare con le proprie basi completamente gestite da altre forze. A proposito, come si chiamava? Ah, si: la strategia della tensione!

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*