Picciotto e la Storyborderline della rabbia positiva

Il 6 febbraio sarà a Casa Sanremo per ritirare il “Premio Nazionale Musica contro le mafie”. L’8 marzo verrà presentato “Capitale”, il suo nuovo singolo che sarà l’inno di Palermo Capitale della Cultura 2018

In copertina: Il rapper palermitano Christian "Picciotto" Paterniti

Ci incontriamo intorno a mezzogiorno. Anche oggi a Palermo è una mite giornata invernale. Ci siamo dati appuntamento davanti alla Cattedrale e ci sediamo al sole all’interno del grande Piano prospicente. “Vincere il premio ‘Musica contro le mafie’ nell’anno in cui Palermo è Capitale della Cultura, per me – dice Christian – che sono palermitano, dopo un’infanzia e un’adolescenza vissuta, come tanti, in quella zona grigia che è propria di questa città, ha significato non tanto la vittoria di un singolo, ma il riconoscimento di un riscatto collettivo e quindi è un premio a questa città che per la prima volta riesce a non essere capitale della mafia.”

Nello scorso dicembre, a Cosenza, il rapper palermitano ha sbaragliato i suoi concorrenti e ha vinto con il suo brano “Amarcord 2.0” l’ambito premio che, grazie al contributo del Nuovo IMAIE, lo porterà in tour quest’anno. “Porto dentro di me tutti gli oltre trecento concerti che ho fatto in questi anni. Ne aggiungerò altri, questo ci permetterà di portare in giro per l’Italia non solo la nostra musica ma anche le tematiche che affrontiamo”, dice Christian. L’8 marzo sarà ufficialmente presentato il singolo “Capitale”, il nuovo lavoro del rapper palermitano che diventerà l’inno di Palermo Capitale della Cultura 2018. L’occasione scelta è quella della “Giornata Europea della Musica”. Il suo ultimo lavoro edito è un concept album dal titolo “Storyborderline”. Dodici brani collegati tra loro da una sottile linea in costante equilibrio tra disagio e riscatto, che si sviluppano raccontando la precarietà esistenziale che oggi coinvolge sempre più persone. Voglia di riscatto ma anche di canalizzare la propria rabbia. “Nel rap spesso si punta più alla storia di un singolo individuo e al suo riscatto, che non a quello della collettività – dice Christian – Il mio rap, pur partendo dall’individuo, ribalta sul contesto sociale quel riscatto e lo trasforma in collettivo. Il riscatto trova nel disagio la sua connotazione, ma questo non si raggiunge facendo soldi e comprandosi una macchina grande e costosa. Il vero riscatto è riuscire a dare quella famosa voce a chi non l’ha e a chi è poco ascoltato”. Sono le parole di Peppino Impastato, che con la sua “Radio Aut” voleva dare voce a chi non l’aveva ed era costretto a esprimerla solo con la rabbia. “La rabbia può essere un dono – dice Christian – che tutti potremmo regalarci ogni tanto. Negli anni io sono riuscito a prendere consapevolezza e a misurarla, penso che sia un’arma importante se riesci a canalizzarla bene. La rabbia può essere il motore che ti permette di muoverti, in maniera propositiva.”.

Christian “Picciotto” Paterniti

Dal 2006 Christian divide la sua vita tra la musica, la famiglia, una fantastica moglie e due stupende bambine, e il suo lavoro. Come operatore sociale, si occupa di contrastare la dispersione scolastica in quartieri periferici definiti ad alto rischio, lo Zen e Borgo Vecchio. “Ne vedo tantissima di rabbia negli occhi dei ragazzini – racconta Christian – nei quartieri periferici in cui lavoro. Quando non è canalizzata e consapevole diventa vandalismo, fine a se stesso. Sai perfettamente che stai vivendo in case il cui tetto è in Eternit, ma quello non è Eternit, è il tetto di casa tua. Possiedi questa rabbia inconsapevolmente e ti senti diverso da quelli che abitano in via Libertà o in altri quartieri borghesi della città. Cerchi di riscattarti danneggiandoli, per negare a loro quello che è negato a te. Acquisire consapevolezza passa anche dall’educazione al bello, alla riqualificazione del piccolo pezzo di strada davanti a casa tua, ai murales, alla street-art, alla musica, allo sport. Quando queste cose succedono davanti alla tua casa, allora ti viene fornita un’arma che non ferisce ma riscatta. Diventa necessario però fare le cose non per loro, ma con loro”. Negli anni, il rap di Christian “Picciotto” Paterniti si è occupato delle storie che lo circondavano. Si è trattato sempre di tematiche dal forte impatto sociale e di impegno formale. Nel 2018 partirà un progetto che realizzerà un ponte tra il Libano e il quartiere palermitano di Borgo Vecchio, per unire gli adolescenti in nome dell’arte. Due i campi libanesi coinvolti nel progetto. Si tratta dei campi di Beddawi e di quello di Nahr El-Bared, nati entrambi intorno agli anni cinquanta per accogliere i profughi palestinesi, ma che oggi accolgono anche moltissimi profughi siriani. Gli operatori delle strutture libanesi hanno visitato nel dicembre scorso i laboratori attivi a Palermo, tra i quali c’è quello di “Musica rap” condotto proprio da Christian “Picciotto” nel suo lavoro quotidiano con i ragazzi.

Nel 2011, con i “Gente Strana Posse”, la crew che lo accompagna da sempre, grazie alla collaborazione di Enrico Montalbano, realizza “Viaggi di sabbia”. Il brano e il videoclip sono dedicati a Noureddine Adnane, morto il 19 febbraio 2011. Noureddine dopo aver subìto nel tempo varie vessazioni ed essere stato perseguitato da una pattuglia della Polizia Municipale, si è dato fuoco in pieno centro a Palermo tra l’indifferenza delle persone. Il video, che vede la partecipazione di Zulu dei 99 Posse, mette in evidenza quanto la storia di un singolo individuo possa trovare un riflesso in tutti quelli che arrivano, ma anche in quelli che partono, in quanto la condizione di migranti è dentro ognuno di noi.

Nel 2015, in occasione dell’edizione di “Mediterraneo Antirazzista” a Lampedusa, Christian “Picciotto” tenne un concerto e realizzò il videoclip di “Via con me”. “Amo molto Lampedusa – dice Christian – la prima volta che ci andai era successa da poco la tragedia del Darfur. Andai per una manifestazione contro i primi CIE. Ci sono tornato anche in vacanza e, anche se sostengo da sempre che la vacanza sia solo uno stato mentale borghese, quella settimana è stata l’unica in cui sono veramente riuscito a rilassarmi. Ci devo tornare, il prima possibile.” Lampedusa e Palermo, terre di passaggio connotate da un forte senso identitario. “Ma a Palermo, oggi, si ricomincia a tornare, cosa impensabile fino a pochi anni fa – dice Christian – da qua si parte pensando di poter vivere meglio in qualche altro luogo, poi ti rendi conto di non farcela e che Palermo è uno dei posti migliori in cui vivere.” Quest’anno Christian “Picciotto” Paterniti suonerà a Cinisi, dopo quel suo terzo concerto della vita tenuto dodici anni fa. “Ci tornerò con dodici anni di consapevolezza in più, su cosa sia la mafia e su cosa siano le mafie, su cosa sia veramente la musica e su quanto salvifica possa essere per la razza umana.”

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