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Lampedusa e l’Hotspot della discordia

In copertina: una immagine di repertorio della struttura di Contrada Imbriacole in Lampedusa

Da Palermo, il garante per i diritti dei detenuti lancia una anticipazione del proprio report alla luce della visita di ieri presso l’Hotspot di Lampedusa. Le dichiarazioni rese da Mauro Palma ai giornalisti però scatenano l’immediata replica del sindaco di Lampedusa e Linosa chiamato in causa dal garante. “Lampedusa non è affatto un hotspot a cielo aperto come dice il sindaco Martello, ho avuto la sensazione di una società tranquilla, anche più tranquilla del suo sindaco”, afferma Palma in presenza dei giornalisti. Secondo il garante, gli isolani non percepiscono la presenza dei migranti con insofferenza e “vanno ricordati per la loro capacità di accoglienza che non hanno perso neppure di recente. Anche se la situazione è certamente difficile”. La replica del sindaco Martello arriva poche ore dopo con un comunicato stampa: “Non voglio alimentare polemiche, ma in poche ore di permanenza a Lampedusa non credo che il Garante Mauro Palma abbia avuto il tempo di psicanalizzare tutti, compreso il sindaco, per arrivare a stabilire chi è ‘calmo’ e chi non lo è”. Lapidario, Martello risponde al garante toccando il tasto delle ore di permanenza sull’isola e del contesto in cui questi l’ha visitata. Visita tra l’altro limitata all’Hotspot e ad un incontro con alcune associazioni. Magro quindi il contatto con la cittadinanza lampedusana.

Il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello
Ma il sindaco di Lampedusa non ci sta a passare per un allarmista e torna sulla questione Hotspot recriminando sulla strumentalizzazione delle proprie affermazioni: “Le parole di Palma sul Centro di accoglienza confermano quello che sostengo da tempo: la struttura è inadeguata, i migranti che dovrebbero sostare per 48 ore, ossia il tempo necessario alla loro identificazione, nella maggior parte dei casi sono abbandonati a se stessi a tempo indeterminato e questo determina conseguenze sulla popolazione e sulla vivibilità della nostra isola. Ogni volta che lo dico qualcuno strumentalizza le mie parole fingendo di non capire che chiedo solo che i diritti di tutti, dei migranti come dei lampedusani, vengano garantiti e rispettati”. Sullo stato del centro di Contrada Imbriacole, garante e sindaco non sembrano affermare cose diverse. Mauro Palma ha infatti definito l’Hotspot: “La situazione più preoccupante che ho trovato è che le condizioni trovate nel centro sono le stesse che già avevamo denunciato al Ministero dell’Interno un anno fa. Tutte le indicazioni di miglioramento che avevamo proposto non sono state fatte. Avevamo chiesto che gli ambienti fossero decorosi. È inaccettabile in Europa avere ancora bagni alla turca senza porte.” Il quadro dipinto in poche affermazioni da Palma non è certo edificante per il Ministero dell’Interno e neanche per la Prefettura di Agrigento che è competente per il minuto mantenimento della struttura.

Il garante per i diritti dei detenuti Mauro Palma
Sindaco e garante affermano invece la stessa cosa ma con diverse aspettative riguardo la presenza in giro per l’isola dei migranti costretti a lunga permanenza prima del trasferimento. Mauro Palma dichiara: Mi viene detto che possono uscire da un buco della rete, ma questo non è un’uscita legale”. Affermazione che conferma le lamentele del sindaco circa il bivacco dei migranti trattenuti a Lampedusa ben oltre le 48 ore previste per un Hotspot. Ovviamente il garante ha visitato Lampedusa ed il suo Hotspot in un momento in cui i migranti ospiti poco più di un centinaio. Situazione ben diversa da quella che lamentano i lampedusani, quando la struttura accoglie più di quattrocento persone per settimane e le strade sono piene di migranti che a volte si rendono protagonisti di scaramucce. Le affermazioni di Mauro Palma riguardo all’uscita “clandestina” dal centro di Contrada Imbriacole però non fa altro che convalidare la denuncia di Martello sul cosiddetto “Hotspot a cielo aperto”. Di contro, è più che legittima la gravità di denuncia del garante: “Ci si chiede se l’Hotspot è un centro di detenzione visto che i migranti non possono uscire dal centro”. I migranti infatti dovrebbero poter uscire liberamente dopo le 48 ore da “Hotspot”, ma pare che per dissuaderli venga tenuto chiuso il cancello ed aperto il buco nella recinzione sul retro.

Lo scontro tra garante e sindaco e le richieste di garante e sindaco al Ministero dell’Interno alla fine convergono su un punto: i migranti non devono restare così a lungo a Lampedusa. Entrambi definiscono indegne le condizioni del centro di accoglienza ed entrambi, ma in modo diverso, lamentano la gestione della “libera uscita” dei migranti dopo le prime 48 ore dall’arrivo. La parola, a questo punto, passa al ministro dell’Interno Marco Minniti. Sta infatti al Viminale una pianificazione seria e concreta sul piano di trasferimento dei migranti che approdano su un’isola che per posizione geografica dovrebbe svolgere principalmente la funzione di prima accoglienza per i casi particolari e le urgenze di sbarco dopo il soccorso. Lampedusa invece sembrerebbe essere una via di mezzo tra un Hotspot ed un Centro per il Rimpatrio in cui i migranti soggiornano in molti casi fino all’accompagnamento alla frontiera o all’ordine di abbandono del territorio della Questura.

Redazione:

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  • SAREBBE ORA DI CHIUDERE IL CENTRO E COME DICEVA UNA "LEGHISTA" FARE LE SCUOLE PER I NOSTRI BAMBINI. LA MIA PROPOSTA E' UN PO' DIVERSA : FARE DEK CENTRO UNA ASILO PER I NOSTRI DISABILI SPARSI AD AGRIGENTO, TRABIA, FAVARA O IN ALTRE LOCALITA', IL COMUNE CHE FINANZIA QUESTE STRUTTURE FUORI DI LAMPEDUSA , BUTTA DENARO SENZA CHE L'ISOLA NE ABBIA BENEFICI. NESSUN LAVORATORE O I RAGAZZI DI LAMPEDUSA POSSO ESSERE DI SUPPORTO AI NOSTRI ANzIANI BUTTATI CHI SA DOVE, PERCHE' "FIGLI DI UN DIO MINORE". CHIEDO A SALVATORE DI ESSERE PER UNA VOLTA DOPO 16, ANNI DI AMMINISTRATORE UNA PERSONA CAPACE DI DARE UNA SVOLTA A QUESTA ISOLA DI CONFINATI, GRAZIE

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