Una scuola specchio dei tempi: siamo sicuri rifletta bene?

Le osservazioni di Massimo Costanza

Cade nell’anno del Signore 2018 l’ultimo tabù sulla scuola italiana: il Ministero ha appena diramato una circolare secondo la quale, a partire da questo anno scolastico, gli esami di licenza media (a breve anche quelli superiori) si svolgeranno senza obbligatorietà del tema letterario.
La notizia è di quelle davvero eclatanti con buona pace di tutti coloro che vivevano con grande ansia questo fatidico momento cruciale per la vita scolastica di ognuno di noi.
Dunque la scuola cambia e con essa cambiano le regole e le modalità di comunicazione al punto che il Miur ha ritenuto superfluo l’inserimento nei testi d’esame del compito letterario giustificando tale decisione sulla base del fatto che, in estrema sintesi (esercizio sempre molto difficile ai burocrati dell’istruzione), è difficile illustrare in maniera sintetica un autore o un pensiero letterario.
Sarà. Sarà pure che Dante si sta rigirando nella tomba e con esso millenni di cultura letteraria italiana depauperati di quello che da sempre in maniera dogmatica abbiamo riconosciuto come un must degli esami.
Niente temi letterari dunque: troppo démodé, poco al passo con quest’era di nativi digitali che tutto brucia e fagocita.
Per un momento chiudo gli occhi e penso alle mie due strepitose insegnanti di italiano alle scuole medie e superiori. Alla loro infinita passione nel trasmettere l’infinita bellezza della nostra lingua e della nostra letteratura, quasi a voler conservare gelosamente un codice genetico a rischio d’estinzione.
Penso a tutto questo da uomo di scienza appassionato di letteratura “fai da te” grazie al lavoro di quelle due grandi donne. Penso anche alla grande frustrazione che proveranno i nuovi docenti di lettere, a tutti i livelli, sapendo di essere anche loro sorpassati, fagocitati da notizie digitali che contano più di un versetto della Divina Commedia o di una poesia di Montale o Ungaretti.
Penso infine a ciò che ha reso l’Italia il meraviglioso e ambito Paese che era e non è più. Cosi, guardandolo adesso con questi nuovi occhi da “nativo tardivo digitale”, capisco che questa nuova genia non può far altro che abdicare alla cultura in favore della poco romantica e concreta quotidianità!
Peccato…sognare ad occhi aperti con i grandi della letteratura italiana e scriverne con la giusta tensione agli esami di fine anno era un esercizio bellissimo e romantico tutt’altro che onirico e dal grande valore patriottico.
M’avete rubato un sogno per il quale difficilmente vi perdonerò. Amen.

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