Oltre 3 milioni di euro per i lavoratori di Almaviva

Tra i 1.610 lavoratori che hanno i requisiti per ricevere gli aiuti UE il 79% sono donne, la maggior parte delle quali ha un'età compresa tra i 30 e i 55 anni. Il Consiglio li ha approvati il 7 novembre. In PE il 14 novembre

L’UE dovrebbe stanziare aiuti per 3.347.370 euro per sostenere nella ricerca di un nuovo impiego i 1.610 lavoratori licenziati da Almaviva Contact SpA. La proposta è stata approvata dalla commissione per i bilanci con 18 voti a favore, 3 contrari e un’astensione. Per entrare in vigore, gli aiuti devono essere approvati dal Parlamento il 14 novembre. Il Consiglio li ha approvati il 7 novembre. Il cofinanziamento mobilitato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) andrà ad integrare le otto misure adottate dalle autorità italiane, che comprenderanno l’aiuto nella ricerca di un nuovo impiego, la formazione professionale e il rimborso dei costi di mobilità. Tra i 1.610 lavoratori che hanno i requisiti per ricevere gli aiuti UE il 79% sono donne, la maggior parte delle quali ha un’età compresa tra i 30 e i 55 anni.

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione contribuisce a creare pacchetti di servizi su misura per aiutare i lavoratori licenziati a trovare un nuovo impiego. Il suo tetto di spesa annuo è di 150 milioni di euro. Ai lavoratori licenziati vengono offerte diverse forme di supporto come il sostegno per la creazione di nuove imprese, l’assistenza nella ricerca di un posto di lavoro, l’orientamento professionale e vari tipi di formazione. Nella maggior parte dei casi, le autorità nazionali avviano le misure e successivamente, quando la domanda di aiuti viene approvata, l’UE rimborsa loro i costi. Almaviva Contact SpA ha dovuto chiudere il proprio call center di Roma alla fine del 2016, lasciando in esubero 1.664 lavoratori. I ricavi dell’azienda sono diminuiti del 45% tra il 2011 e il 2015, a causa dell’elevato costo del lavoro e della pressione esercitata sui prezzi dalla crescente concorrenza globale. Secondo la relazione della commissione per i bilanci, non essendo possibile allineare l’elevato costo del lavoro locale con quello degli altri centri Almaviva, non c’erano alternative alla chiusura.

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