Gli impresentabili…in aula

Editoriale di Mauro Seminara

Cateno De Luca non ha avuto molto tempo per i festeggiamenti. Domenica è stato eletto e mercoledì lo hanno arrestato. Tre giorni di gloria, poi i militari dell’Arma insieme a quelli delle Fiamme Gialle hanno bussato alla sua porta. Arresti domiciliari, un processo in corso, una sentenza prossima e, a quanto pare, tante prove che lo incastrano legittimando la misura cautelare. Anche questa notizia il neoeletto presidente Nello Musumeci l’avrà appresa dai giornali come un cittadino qualunque. Se ha scoperto dalle pagine della stampa che tra i candidati che sostenevano la sua corsa alla Presidenza della Regione Sicilia c’erano degli “impresentabili”, non poteva certo sapere in anticipo che tra i suoi deputati adesso ce n’è uno che non si potrà presentare in aula. Un voto in meno per la “maggioranza” del presidente all’Assemblea Regionale Siciliana. Cateno De Luca, candidato con l’UDC, era nella lista degli impresentabili che sia il Movimento Cinque Stelle che Claudio Fava avevano presentato alla Commissione Parlamentare Antimafia di Rosy Bindi perché si facesse “chiarezza” prima del 5 novembre. La Commissione dovrebbe invece pronunciarsi entro la fine del mese, ma nel frattempo la Procura di Messina, i Carabinieri e la Guardia di Finanza stanno facendo il loro lavoro senza attendere l’esito delle questioni puramente politiche che a loro ben poco interessano. Nello Musumeci ha vinto anche grazie ai voti raccolti da Cateno De Luca, oltre cinquemila preferenze, e questo non è certo motivo di vanto. Altro motivo per cui Nello Musumeci dovrebbe avere ben poco da festeggiare riguarda un mero calcolo numerico già in qualche modo anticipato con la “motivata assenza” di Cateno De Luca all’Assemblea Regionale. Se per ipotesi, o per assurdo, dovessimo considerare il centrosinistra capitanato dal Partito Democratico all’opposizione, ne verrebbe fuori che al netto di De Luca il centrodestra è già quasi in minoranza all’Assemblea. Il “quasi” infatti è proprio Nello Musumeci. Il neoeletto presidente della Regione Sicilia poteva appunto contare su 36 voti incluso il proprio, contro i 34 del completo apparato di opposizione. Quindi il presidente non si potrà mai assentare dai lavori dell’aula perché il numero dei suoi consiglieri andrebbe al pari con quello di Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e liste confluenti, e con il seggio occupato da Claudio Fava sommati. La conseguenza quindi, in soldoni, è che il presidente che “la immaginava bellissima” per far approvare qualcosa all’ARS dovrà fare i conti con una sua maggioranza, già un po’ forzata nei legami, e qualche stampella che lo dovrà reggere nei passaggi più delicati; da ricercare tra le fila della cosiddetta opposizione. Dentro l’aula però non ci sono delfini ammaestrati ma feroci leoni da arena che rappresentano correnti molto forti, da quindici, venti ed anche trentamila voti, oltre alle vecchie dinastie politiche siciliane ancora rappresentate. Di fronte invece siederanno i pentastellati di Cancelleri che, in molti casi, condivideranno anche le idee con l’uomo dei “Cento passi” difficilmente associabile al PD di Fabrizio Micari. Questo è un calcolo alla buona, che non tiene conto di influenze o raffreddori, e che non vuol mettere il dito nella piaga della famosa lista degli impresentabili. In questo elenco, che sono stati eletti, ci sono soggetti indagati per corruzione e soggetti all’attenzione dei media perché potrebbero essere indirettamente protagonisti di strani video su case di cura in cui votano gli interdetti. “Diventerà bellissima” era un simpatico slogan, già poco credibile però a causa delle alleanze di cui il candidato presidente non sapeva nulla fino alla pubblicazione delle liste sui giornali. Adesso, per quanto ci si possa sforzare di credere nella buonafede dell’irreprensibile Nello Musumeci, appare improbabile anche solo che possa governare senza fare – o provare a fare – miracoli. Un’altra legge elettorale da rifare, tutto qui. Con la speranza però che alle prossime elezioni i giornalisti anticipino ai candidati quei nomi che si potrebbero trovare nelle rispettive liste. Magari cosi un eventuale novello-Nello non cascherà di nuovo giù dal pero.

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