Regolamento di Dublino addio? Forse, ma non per merito dell’Italia

Il primo paese di arrivo non sarà più automaticamente responsabile per i richiedenti asilo. L' attribuzione della responsabilità sarebbe invece basata sui "reali legami" con uno Stato membro dell'UE

Questa mattina la Commissione per le Libertà Civili ha approvato le proposte per un nuovo regolamento di Dublino, pietra angolare del sistema d’asilo dell’Unione europea, che mirano a rimediare alle attuali debolezze e a creare un sistema solido per il futuro. Il progetto di relazione preparato da Cecilia Wikström (ALDE, SE) è stato approvato con 43 voti a favore e 16 contrari, senza alcuna astensione. Il testo costituisce il mandato negoziale del Parlamento per i colloqui con gli Stati membri in seno al Consiglio. La deputata responsabile del progetto di revisione, Cecilia Wikström, ha dichiarato: “Il sistema europeo di asilo è una delle questioni chiave che determinano lo sviluppo futuro dell’Europa. In qualità di relatrice, il mio obiettivo è creare un sistema d’asilo veramente nuovo basato sulla solidarietà, con regole chiare e incentivi a seguirle, sia per i richiedenti asilo che per tutti gli Stati membri “. La decisione della commissione per le libertà civili di avviare i negoziati dovrà essere confermata formalmente dalla plenaria durante la sessione di novembre a Strasburgo. Il Consiglio deve ancora approvare il suo mandato.

Il regolamento di Dublino è l’insieme di regole dell’Unione europea che determina quale Stato membro è responsabile del trattamento di una domanda di protezione internazionale. Il diritto di chiedere asilo è sancito dalle Convenzioni di Ginevra, che sono state firmate da tutti gli stati membri e integrate nei Trattati europei. Le norme di Dublino stabiliscono come i paesi dell’UE debbano adempiere a questo obbligo internazionale comune e come condividere tra gli Stati membri la responsabilità per le persone bisognose di protezione. La Commissione ha presentato la sua proposta per un nuovo sistema di Dublino nel maggio 2016. La relatrice del Parlamento europeo ha presentato il suo progetto di relazione alla commissione per le libertà civili l’8 marzo 2017.

La commissione per le libertà civili ha quindi approvato le proposte per un nuovo regolamento di Dublino, pietra angolare del sistema d’asilo UE. I punti cardine di quello che dovrebbe essere il futuro Regolamento di Dublino sono i seguenti: Il primo Paese di arrivo non sarà più automaticamente unico responsabile per i richiedenti asilo; trasferimento automatico dei richiedenti asilo secondo un metodo di ripartizione fisso; tutti i richiedenti asilo devono essere registrarti all’arrivo, rafforzamento dei controlli di sicurezza. Secondo il progetto di mandato negoziale sulle nuove regole di Dublino, i Paesi dell’UE che si rifiutano di ricollocare i richiedenti asilo dovrebbero avere un accesso limitato ai fondi UE.

Il primo paese di arrivo non sarà quindi più l’unico responsabile per i richiedenti asilo come attualmente accade. L’attribuzione della responsabilità sarebbe invece basata sui “reali legami” con uno Stato membro, quali la famiglia, l’avervi già vissuto in precedenza o gli studi. In assenza di questi legami, i richiedenti asilo verrebbero automaticamente assegnati ad uno Stato membro dell’UE in base ad un metodo di ripartizione fisso, non appena registrati e dopo un controllo di sicurezza e una rapida valutazione dell’ammissibilità della loro domanda di protezione. Ciò per evitare che gli Stati membri “in prima linea” si assumano una quota sproporzionata degli obblighi internazionali dell’Europa nei confronti delle persone bisognose e per accelerare le procedure di asilo. La minaccia concreta, quella secondo cui gli Stati membri che non rispettano le norme rischiano di veder ridotto il loro accesso ai fondi dell’Unione europea, potrebbe rappresentare un ostacolo per la definitiva approvazione del nuovo Regolamento di Dublino ma, nel caso di varo, sarebbe la garanzia di una partecipazione ineludibile di tutti gli Stati membri.

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