Gioia Tauro si conferma il porto della cocaina, sequestrati altri 200 Kg – VIDEO

Dall’inizio dell’anno sequestrati quasi 1.600 kg di cocaina. La droga complessivamente sequestrata nel corso dell'anno nel porto di Gioia Tauro avrebbe potuto fruttare oltre 650 milioni di euro alla 'ndrangheta

Poco meno di una settimana dal sequestro di 52 chilogrammi di cocaina occultati in un container che trasportava carbone proveniente dal Paraguay è stato trovato un nuovo grosso carico nel porto calabrese di Gioia Tauro. Questa volta, nascosti tra sacchi contenenti gomma in granuli provenienti dal Sud America, sono stati rinvenuti ben 10 borsoni contenenti 200 panetti pari a 216 Kg di cocaina purissima. L’individuazione dello stupefacente è stata possibile grazie all’analisi effettuata dai militari delle Fiamme Gialle e dai funzionari della Dogana, che hanno rivolto il loro interesse verso alcuni container imbarcati su una motonave che aveva toccato diversi porti Sud Americani ritenuti a rischio. Lo stupefacente, al fine di eludere i controlli, era stato occultato in due diversi container, caricati rispettivamente in Guatemala e nel Costarica, destinati documentalmente ad Alessandria d’Egitto ed in Sicilia, nei quali erano contenuti spezie e caffè in sacchi. Anche in questo caso il sistema utilizzato è stato quello del cosiddetto “rip off”, consistente nel riporre immediatamente dietro i portelloni dei container borsoni o trolley da viaggio contenenti i panetti di coca in modo da poter essere agevolmente prelevati dai trafficanti durante la sosta delle merci nelle aree portuali.

Si tratta dell’ennesimo colpo inferto agli interessi economici delle consorterie criminali di stampo mafioso coinvolte nel traffico. La droga sequestrata avrebbe fruttato, se messa in commercio, la bellezza di oltre 43 milioni di euro. Basti infatti pensare che, mentre all’origine un Kg di foglie di coca viene venduto dal coltivatore ad appena 78 centesimi di Euro, lo stesso quantitativo di cocaina, una volta definitivamente raffinato, ha un costo di 1.800 Euro per il produttore, il quale riesce a cederlo ai grossisti americani o europei tra i 25.000 ed i 30.000 Euro. Considerando che la cocaina può essere tagliata fino ad aumentarne il peso di ben quattro volte e che al minuto spaccio un grammo di sostanza è ceduto per circa 100 Euro, è facile immaginare quanto siano imponenti i volumi di denaro incamerati da chi gestisce il traffico. Denari che, una volta reinvestiti e riciclati sono in grado di inquinare pesantemente i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole.

Dall’inizio dell’anno, in questo senso, il sequestro di quasi 1.600 kg di cocaina, ha permesso di infliggere alla ‘ndrangheta rilevantissime perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, raggiunte le piazze di spaccio, avrebbe infatti fruttato oltre 650 milioni di euro. Gli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane, sotto la continua spinta propulsiva della Direzione Distrettuale Antimafia reggina e della Procura della Repubblica retta da Federico Cafiero De Raho, stanno continuando a colpire le ‘ndrine nel punto più sensibile per i loro affari e traffici. L’intensificarsi dell’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, ed il perfezionamento del metodo di individuazione dei carichi sospetti, ha consentito il sequestro di oltre 1.600 chilogrammi di cocaina purissima nel corso di quest’anno, 750 chilogrammi dei quali già solo nel corso dell’ultimo mese.

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