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Italia in fiamme: Campania, Calabria e Sicilia in ginocchio

Le condizioni meteo hanno favorito la diffusione di vasti incendi in tutta Italia. Centinaia i roghi boschivi su cui i Vigili del Fuoco sono stati chiamati ad intervenire negli ultimi giorni. Particolarmente grave risulta la situazione in Sicilia e Calabria. La provincia di Messina ha visto ormai in fiamme centinaia di ettari di macchia mediterranea. Ieri un tweet del presidente della Regione Sicilia recitava “A Messina per affrontare la grave situazione che ha colpito la città. Servono soluzioni immediate”. Soluzioni per un’area di vastità troppo al di sopra dei mezzi di cui si dispone nella Regione e che non potranno arrivare in prestito da altre regioni visto che la Calabria fa i conti anch’essa con centinaia di ettari di boschi in fiamme. Il Movimento 5 Stelle siciliano attacca con un comunicato stampa che punta il dito sul presidente Rosario Crocetta: “I ritardi nella programmazione delle campagne antincendio, l’assenza di presidi e la mancata riorganizzazione del corpo Forestale siciliano (dopo lo scioglimento di quello statale) sono le vere cause. Gli incendi estivi, quali che siano le origini, hanno una sola motivazione: la mancata prevenzione”. E a questo i pentastellati aggiungono l’annuncio di un esposto contro la Regione.

Le fiamme in una zona boschiva di Messina
Sulla stessa linea la Cisl regionale che conferma un organico sottodimensionato e la mancata programmazione del piano di prevenzione 2017. Dubbi sulla reale consistenza del parco mezzi antincendio aerei. I problemi di bilancio regionale e la chiusura last minute dello stesso, al prezzo di gravi tagli e ritardi sulle programmazioni avrebbero causato una condizione di totale impreparazione di fronte all’ondata di caldo che ha travolto l’Italia e distrutto migliaia di ettari di verde. Polmoni boschivi che scompaiono contribuendo alla rapida variazione climatica del Paese ed alla desertificazione dell’entroterra siculo. Le accuse di M5S e Cisl non restano però isolate ed inconsistenti: secondo La Repubblica, la Procura di Palermo avrebbe provveduto ad aprire un fascicolo a carico della Regione Sicilia per verificare eventuali inadempienze nel sistema di prevenzione. Attualmente sono impegnati 11 Canadair e 4 elicotteri del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, a cui si aggiungono 5 elicotteri della Difesa. Da questa mattina sono già 23 le nuove richieste d’intervento a cui le squadre antincendio devono far fronte.

Il bilancio è infernale: oltre 1.100 incendi su cui sono intervenuti da terra e dal cielo le squadre di Vigili del Fuoco e della Protezione Civile. Le situazioni più gravi in Campania, Calabria e Sicilia. Il parco del Vesuvio gravemente colpito da giorni, mentre la Calabria vede roghi in ogni provincia. Crotone tra le calabresi più colpita. In Sicilia bruciano senza sosta Messina, Catania, Enna, Siracusa e Trapani. Distrutte molte riserve naturalistiche. Danni irreparabili di cui dovranno rispondere le autorità competenti. Ed in tal senso si prevede adesso una ineludibile sequenza di scaricabarile tra lo Stato e le Regioni a cui adesso il compito è stato affidato. C’è di mezzo anche l’assorbimento del Corpo Forestale ora annesso all’Arma dei Carabinieri. Infine i tagli alla spesa pubblica che hanno colpito anche la prevenzione e la tutela delle riserve e delle aree boschive oltre alla sanità pubblica ed alla pubblica istruzione. Insomma, il solito vespaio di competenze Stato-Regione in cui l’unica certezza sono i danni al patrimonio naturalistico dei quali chissà se mai avremo dei responsabili con nomi e cognomi.

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