Buttiamola in caciara, ma senza intercettazioni

Secondo Matteo Renzi, Beppe Grillo merita applausi per la comunicazione del Movimento perché questo avrebbe spazzato via dai giornali la sconfitta alle Amministrative con l’annuncio di astensione al voto sullo Ius Soli. Secondo Beppe Grillo il dato peggiore che esce dalle urne è quello del PD che con la propria lista ha registrato una emorragia di voti. In effetti hanno vinto le liste civiche e i dati prettamente legati al simbolo del Partito Democratico sono ancor più che scoraggianti. E mentre Renzi accusa Grillo di utilizzare il tema dei migranti e del loro diritto di cittadinanza per cancellare dai titoli dei giornali la sconfitta pentastellata, magicamente, dagli stessi giornali scompaiono ben tre titoli invece che uno. Viene infatti spazzato via anche solo il rischio di dover fare una reale analisi sui dati elettorali dei “partiti”; si rimuove dalla già breve memoria collettiva la mesta e prematura scomparsa della condivisa Legge elettorale e la pessima figura di chi accusava altri di averla affossata mentre sedevano tra le proprie fila i veri franchi tiratori; infine – abracadabra – il colpo da maestro: nel bel mezzo della caciara passa in secondo o terzo piano le modifiche al Codice Penale, al Codice di Procedura Penale ed all’Ordinamento giudiziario. E sui lavori odierni della Camera come sulla fiducia posta dal Governo – proponente del DDL di riforma – non approfondire o fare analisi. Bisogna evitare il rischio che l’opinione pubblica sappia cosa contiene il testo firmato da Andrea Orlando, Angelino Alfano e Pier Carlo Padoan oggi blindato dal Governo che vi ha posto la fiducia accolta stamane dal favore di 320 deputati. Quindi il testo si voterà a scatola chiusa. Non lo si potrà emendare malgrado le accuse mosse dall’opposizione siano piuttosto gravi. Secondo la Lega Nord il provvedimento risolverà il sovraffollamento delle carceri lasciando liberi i criminali. Il Movimento Cinque Stelle punta il dito contro la stretta alle intercettazioni che risulteranno limitate, a discapito delle autorità inquirenti ma a netto vantaggio dei criminali. Ma uno dei punti più devastanti del pacchetto, pari merito con il giro di vite sulle intercettazioni, lo esprime con un concetto drammaticamente teatrale Ferdinando Adornato di Alternativa Popolare: “I media non possono sostituirsi a tutto. Di questo passo dovremo aspettarci che un giudice emetta la sua sentenza via Twitter?”. Vi state chiedendo cosa voglia dire? Semplice: che la riforma nega l’ausilio della videoconferenza per gli imputati – che potevano assistere al dibattimento dalla propria cella – obbligando la presenza in aula. In altri termini, per poter procedere con l’udienza del processo che coinvolge Totò Riina, questo dovrà essere trasferito dal super-carcere di Parma all’aula bunker di Palermo. Praticamente una ammazza processi. Quindi applausi a chi suggerisce applausi agli altri. Meglio buttarla in caciara.

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